Numeri e profili dei terroristi jihadisti in Europa
di Claudio Bertolotti
I numeri del nuovo terrorismo in Europa
436 attacchi terroristici, compresi quelli falliti e sventati, sono stati registrati nell’Unione Europea dal 2017 al 2019 (erano 895 nel periodo 2014-2017): il 63% sono attribuiti a gruppi separatisti ed etno-nazionalisti, il 16% a movimenti della sinistra radicale (in aumento), il 2,8% a gruppi di estrema destra (in diminuzione nel 2019; in aumento nel 2020), il 18% sono azioni di matrice jihadista. Sebbene gli atti riconducibili al jihadismo siano una parte marginale, sono però causa di tutte le morti per terrorismo nel 2019 e di 16 uccisioni nel 2020.
L’onda lunga del terrorismo in Europa, emerso con il fenomeno “Stato islamico” a partire dal 2014, ha fatto registrare 146 azioni in nome del jihad dal 2014 al 2020: 188 i terroristi che vi hanno preso parte (59 morti in azione), 406 le vittime decedute e 2.421 i feriti (database START InSight).
Nel 2020 gli eventi sono stati 25, contro i 19 dell’anno precedente e con un raddoppio di azioni di tipo “emulativo”, ossia ispirate da altri precedenti attacchi nei giorni precedenti: sono il 48% del totale le azioni emulative nel 2020 (erano il 21% l’anno precedente). Il 2020 ha inoltre registrato una progressiva diminuzione di azioni strutturate e coordinate che, con il tempo, hanno ceduto il “campo di battaglia” urbano europeo alle prevalenti azioni individuali, non organizzate, spesso improvvisate e fallimentari.
L’anagrafica dei terroristi “europei”
L’adesione all’azione terroristica vede una partecipazione sostanzialmente esclusiva sulla base del genere: la conferma è il dato del 96% di attentatori maschi (182), sebbene il 2020 abbia fatto registrare 3 azioni condotte da donne (12% del totale nel 2020). Il numero di attacchi terroristici aumenta all’aumentare dello stock di immigrati di sesso maschile.
I 188 soggetti hanno un’età mediana di 26 anni: un dato che varia nel corso del tempo (24 nel 2016, 26 nel 2017, 25,5 nel 2018, 30 nel 2019 e 25 nel 2020). I dati anagrafici dei 138 terroristi identificati hanno consentito di definire un quadro molto interessante da cui si evince che il 10% dei soggetti è di età inferiore ai 19 anni, il 36% ha un’età compresa tra i 19 e i 26, il 39% tra i 27 e i 35 e, infine, il 15% è di età superiore ai 35 anni.
Aumentano i recidivi e i soggetti già noti all’intelligence
Cresce il numero di recidivi – soggetti già condannati per terrorismo che compiono azioni violente a fine pena detentiva e, in alcuni casi, in carcere: dal 3% del totale dei terroristi nel 2018 (1 caso), al 7% (2) nel 2019, al 27% (6) nel 2020. Ciò conferma la pericolosità sociale di soggetti che, a fronte di una condanna detentiva, non abbandonano l’intento violento ma lo posticipano; un’evidenza che suggerisce l’aumento della probabilità di azioni terroristiche nei prossimi anni, in concomitanza con la fine della pena dei molti terroristi attualmente detenuti.
Parallelamente ai soggetti recidivi, START InSight ha registrato l’aumento di azioni compiute da terroristi già noti alle forze dell’ordine o ai servizi di intelligence europei: 54% del totale nel 2020, contro il 10% nel 2019 e il 17% nel 2018.
In aumento, infine, i soggetti con precedenti detentivi (anche per reati non associati al terrorismo): 33% nel 2020 – erano il 23% nel 2019, 28% nel 2018 e 12% nel 2017; un’evidenza che rafforza l’ipotesi delle carceri come luogo di potenziale radicalizzazione e adesione al terrorismo.
Valutare il successo del terrorismo
Il “blocco funzionale” (o stop operativo) è il più importante dei risultati ottenuti dai terroristi, indipendentemente dal successo tattico (uccisione di almeno un obiettivo): è la capacità di impegnare le forze armate e di sicurezza distraendole dalle normali attività, interrompere o sovraccaricare il servizio sanitario, influire sulla mobilità limitando l’accesso ad aree urbane, rallentando o deviando il traffico urbano, quello aereo e navale, limitare il regolare svolgimento delle attività a danno delle comunità colpite e, più in generale, infliggere danni, diretti e indiretti, indipendentemente dalla presenza di vittime.
A fronte di un successo tattico registrato nel 34% degli attacchi avvenuti dal 2004 a oggi, il terrorismo ha dimostrato di essere efficace ottenendo il “blocco funzionale” in media nell’82% dei casi, per attestarsi all’92% percento nel 2020: un risultato impressionante considerando le limitate risorse messe in campo dai terroristi.
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