Azione di Israele in Libano via mare: perché? Il commento di C. Bertolotti a RaiNews 24
di Claudio Bertolotti.
Azione di Israele in Libano via mare: perché? Il commento di C. Bertolotti a RaiNews 24 – Focus (puntata dell’8 ottobre 2024)
In primo luogo va detto che la capacità difensiva di
Hezbollah si fonda su un sostegno militare e finanziario dell’Iran che sta
facendo del Libano il fronte di scontro diretto con Israele, non volendo
Teheran essere direttamente coinvolta. Un sostegno militare che garantisce a
Hezbollah una capacità militare offensiva – messa in atto dal 7 ottobre di un
anno fa a danno di Israele, in violazione della risoluzione 1701 del CdS
dell’ONU – e una difensiva. E proprio la capacità difensiva, la resistenza di
Hezbollah sul fronte terrestre a sud, ha suggerito alle forze israeliane di
optare per l’apertura di un secondo fronte, non presidiato da postazioni
organizzate, bunker e tunnel, lungo la costa. Questo offre un doppio vantaggio:
il primo è la dispersione delle forze di Hezbollah, così costretto a dividersi
e a diluirsi su due settori; il secondo è una minore esposizione delle forze
israeliane alla difesa organizzata così come lo è a sud, riuscendo così a
prendere le posizioni tenute da Hezbollah con minori rischi.
Le forze armate libanesi non sono coinvolte nel conflitto,
che è uno scontro tra Israele e Hezbollah, e non contro il Libano. Come
confermano la posizione del governo libanese e delle forze armate nazionali (il
generale Joseph Aoun, ha fatto visita al presidente del parlamento Nabih Berri),
che di fatto risponderanno solo nel caso in cui i soldati libanesi fossero
oggetto del fuoco israeliano, di fatto dando carta bianca a Israele per contenere
o eliminare Hezbollah. A ciò si contrappone però il rischio di un collasso
dello stato libanese, poiché l’indebolimento di Hezbollah o la sua scomparse
determinerebbe il riaccendersi di competizioni tra gruppi di potere su base
settaria. Insomma il rischio di una nuova guerra civile.
Nasrallah morto nei raid israeliani. Intervista a C. Bertolotti
SkyTG24 del 28 settembre 2024. L’intervista al Direttore di START InSight a partire dal minuto 11.21
Radicalizzati a 11 anni. È possibile?
Dopo la segnalazione di un caso nella Svizzera francese, il Presidente di START InSight Chiara Sulmoni ha parlato del tema con i servizi info della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana.
Intervista a cura della giornalista Francesca Calcagno, SEIDISERA, 6 settembre 2024 (approfondimento radio)
Medioriente: l’operazione antiterrorismo di Israele in Cisgiordania.
Quanto sta accadendo oggi in Medioriente presenta due
aspetti significativi. Il primo riguarda l’operazione militare anti-terrorismo avviata
da Israele in Cisgiordania, un’operazione che è la conseguenza dell’attentato
suicida a Tel Aviv, rivendicato da Hamas, e seguito dalla minaccia di Khaled
Meshal (leader di Hamas all’estero) di lanciare una vasta campagna di attacchi
suicidi in Israele, partendo proprio dalla Cisgiordania. Il secondo aspetto
riguarda le tensioni interne tra i gruppi islamisti e terroristi palestinesi,
con l’ipotesi di un possibile colpo di stato per destituire Hamas e porre fine
al conflitto con Israele.
Due fattori che si sommano all’attesa rappresaglia iraniana
(e l’attesa stessa è un’arma psicologica usata da Teheran per mantenere in
apprensione l’opinione pubblica israeliana) e l’ipotesi di una tregua umanitaria
nella Striscia di Gaza; una tregua, svincolata dall’ipotesi di cessate il fuoco
in discussione a Doha, che però Hamas certamente utilizzerebbe per riorganizzare
le proprie forze.
E, dal punto di vista tattico e operativo, Hamas starebbe
dimostrando di aver perso in termini di capacità di colpire e coordinare il
proprio sforzo contro Israele. Un aspetto non secondario, che confermerebbe l’efficacia
dell’azione militare israeliana.
Ucraina e Medioriente, conflitti e politica estera. C. Bertolotti ne parla su SkyTG24
Trasmissione del 12 agosto 2024
Traffico di droga e Afghanistan, Nessun Luogo è Lontano (Radio 24)
Ascolta la puntata di ‘Nessun Luogo è Lontano’, il programma di Giampaolo Musumeci (Radio24), sul traffico di eroina e l’Afghanistan dei Talebani.
Con Claudio Bertolotti (direttore di Start InSight), Dawood Irfan (professore universitario e analista politico), Haji Shir Mohammad (contadino afghano, Helmand), Tavasli Gharjestani (esperto di economia), Abdul (trafficante di oppio) e Teodora Groshkova (analista esperta di mercato degli stupefacenti alla European Union Drugs Agency di Lisbona).
“L’Afghanistan è sempre più un narco-stato: un paese in cui il traffico di stupefacenti domina l’economia, condiziona le scelte politiche e determina il destino degli interventi stranieri. Una situazione complessiva che deriva in parte dall’assenza di una strategia politica nazionale (peraltro affiancata a una radicata corruzione endemica), dalla sostanziale rinuncia da parte della comunità internazionale a impegnarsi nel contrasto e, in parte, dall’effetto di un consolidato attivismo dei gruppi di opposizione armata, sempre più legati alla criminalità locale e transnazionale.” Leggi il focus “Oppio e narcotraffico: tra insurrezione e problema sociale“ a cura di Claudio Bertolotti pubblicato in: Human Security, n. 18, maggio 2023
Iran, Israele, Hamas, Russia, NATO: il commento di C. Bertolotti a SKY TG24
La presentazione di Gaza Underground – il libro, a SKY TG24: le incognite e le difficoltà nella guerra urbana e sotterranea. E ancora: la morte del presidente di Raisi e la sua successione: quali ripercussioni a livello interno ed esterno? La Russia minaccia di ridefinire i confini marittimi: provocazione o atto deliberato?
Il commento di Claudio Bertolotti a TIMELINE, SKY TG24 (puntata del 22 maggio 2024).
Giovani e radicalizzazione alla trasmissione ‘Millevoci’ della Rete Uno (RSI)
Il 14 maggio 2023 nel corso della trasmissione ‘Millevoci’ (Rete Uno, RSI) condotta da Isabella Visetti e Natascia Bandecchi, si è parlato di giovani e radicalizzazione.
Ospite in studio: Chiara Sulmoni (presidente di START InSight e dell’Associazione PRIME – Prevenzione Informazione e Mediazione, Lugano)
Tra i temi discussi: algoritmi e radicalizzazione nel mondo virtuale e reale, le tendenze attuali dell’estremismo, teenager e minorenni, gli elementi che entrano in gioco nei processi di radicalizzazione, guerre, conflitti e il contesto globale, la risposta di Stati e organismi internazionali, il contributo della ricerca e la prevenzione.
Aumentano i casi di terrorismo in Svizzera e i minorenni implicati
Nel 2023 sono aumentati del 50% i procedimenti per terrorismo aperti dal Ministero Pubblico della Confederazione. A preoccupare le autorità, anche l’abbassamento dell’età di chi è coinvolto.
L’intervento di Chiara Sulmoni, presidente di START InSight al TG della Radiotelevisione Svizzera
Il 2023 a livello europeo ha segnato un aumento della mobilitazione di matrice jihadista. La Svizzera è parte di questo contesto. L’attacco di Zurigo del 2 marzo, quando un 15enne ha accoltellato un ebreo ortodosso in un quartiere del centro, ha avuto un’eco internazionale e frequentemente si riscontrano ramificazioni nelle inchieste europee, che portano alla Svizzera.
Si consolida inoltre la tendenza che vede minorenni e teenager implicati in pianificazione di attentati. La Polizia anti-terrorismo inglese già nel 2021 segnalava un aumento dei casi di minorenni implicati nelle indagini, anche minori di 15 anni. Minorenni sono entrati in azione in Francia, in passato. Gli analisti invitano a non sottovalutare il ruolo dei minorenni, oggi iperconnessi anche a livello transnazionale e autonomi sia per ciò che concerne la pianificazione di attacchi, la produzione e distribuzione di propaganda e il reclutamento.
Le scuole possono e devono fare prevenzione prima che si instauri in processo di radicalizzazione, lavorando dal profilo educativo sul pensiero critico, i valori della diversità e dell’integrazione, ma i docenti devono anche conoscere i contesti delle galassie estremiste, sapere individuare eventuali segnali di disagio e di rischio e a chi rivolgersi e segnalare, poiché non è la scuola a dover risolvere queste problematiche.
Ucraina. G7 a Kiev: l’unità dell’Occidente, ma serve sostegno concreto e duraturo.
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