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Anche senza Trump, il cospirazionismo di QAnon può diventare la nuova minaccia globale

di Andrea Molle

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I movimenti cospirazionisti rappresentano oggi un’emergenza sempre più paragonabile al terrorismo di matrice religiosa. Se in passato la preoccupazione degli addetti ai lavori era per il pericolo di diffusione di fake news (Altay et al., 2019), compresi gli effetti perversi sulle elezioni (Allcott e Gentzkow, 2017), oggi l’attenzione degli esperti è monopolizzata dal rischio sicurezza (Amarasingam e Argentino, 2020; Rottweiler e Gill, 2020; Schabes, 2020) e dalle voci insistenti che suggeriscono una penetrazione attiva del cospirazionismo nelle forze armate e nelle forze dell’ordine. Se la presunta infiltrazione fosse realmente pervasiva, alcuni osservatori temono per la futura tenuta delle società democratiche. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, tra questi movimenti in costante evoluzione spiacca quello di QAnon. Su queste stesse pagine abbiamo già messo in luce come QAnon agisce e quanto si è diffuso a partire dalla sua nascita nel 2016. Tuttavia, riteniamo che sia necessario approfondire alcuni concetti fondamentali per comprenderne meglio la natura.

Un movimento cospirazionista che è anche una setta religiosa

In primo luogo, va sottolineato come il fascino esercitato dal cospirazionismo e in particolare da QAnon su certi individui, e settori della società, possa essere direttamente paragonabile a quello di matrice politico-religiosa tipica della minaccia jihadista (Basit, 2020; Day e Kleinmann, 2017). L’impianto teorico di QAnon è infatti strutturato, ad arte, come una teologia sui generis e diventa per i suoi seguaci una vera e propria lente attraverso la quale interpretare la realtà proprio come accade nel caso della religione. Predomina inoltre un secondo elemento, tipico delle sette più violente (Juergensmeyer, 2018), e cioè una componente escatologica, apocalittica, che possiamo riassumere nell’idea per la quale il mondo starebbe vivendo le fasi finali di una guerra santa cosmica tra il bene e il male, rappresentati rispettivamente dai “QAnonisti” e dal deep state. Non sorprende che, secondo il movimento cospirazionista, la battaglia sarà vinta dalle “forze della luce”, il bene, ed è invece interessante notare l’assenza di un’idea definita di ciò che le seguirà. Ma ciò non desta che un interesse marginale tra i seguaci di Q, per i quali l’accento è piuttosto sul concetto di battaglia cosmica in sè che sulle sue conseguenze, a riprova di quanto sia forte la dimensione settaria di QAnon. Nemmeno il fallimento della profezia, in questo caso a seguito della sconfitta elettorare di Trump, può considerato come l’inizio della fine di QAnon. L’analisi di numerosi movimenti religiosi settari, o gruppi terroristici millenaristi, che hanno affrontano uno o più casi di “fallimento profetico” suggerisce infatti come esistanto meccanismi di salvaguardia, di razionalizzazione, che si attivano al fine di contenere il danno e fanno sì che i membri del gruppo si impegnino in atti di riaffermazione, spesso di natura ritualistica e in certi comportanto una escalation violenta (Cameron, 1999), per riaffermare la propria ideologia e permettere al gruppo di continuare a esistere (Dawson, 1999).

Un terzo e ultimo aspetto, da tenere sempre presente quando si affronta il tema del cospirazionismo assimilandolo alle esperienze religiose e in particolare a quelle violente, è la sua deriva totalizzante (Dawson, 2007). La presa del movimento sulle persone che lo abbracciano è così forte che finisce per renderle psicologicamente dipendenti, facendo anche sì che la loro capacità critica si indebolisca gradualmente fino a perdere cognizione della differenza tra realtà e fantasia (Lawton, 2020; Straus, 1986). In psicologia sociale questo effetto è noto come apofenia (Fyfe et al., 2008; Leman e Cinnirella, 2007), cioè il riconoscimento di patterns o connessioni logiche in dati casuali o addirittura privi di senso. Nel caso di QAnon si tratta di una forma eterodiretta di apofenia, resa possibile dalle modalità, pseudo-interattive, che il movimento usa per diffondersi (Papasavva, 2020).

Come avviene nel caso delle sette religiose, i nuovi affiliati a QAnon si inseriscono (o vengono appositamente inseriti) in una bolla sociale fatta di persone con opinioni sostanzialmente omogenee, creando così quella dinamica che in sociologia è definita come “incapsulamento sociale” (Greil e Rudy, 1984), ovvero l’isolamento del soggetto da influenze esterne che ne potrebbero compromettere la radicalizzazione. Pertanto, l’appartenenza al gruppo e la socializzazione alle teorie di QAnon diviene, progressivamente, un’esperienza altamente gratificante. L’aspetto totalizzante di questo processo rende inoltre molto difficile e pericoloso uscirne, tanto da richiedere agli aspiranti apostati un percorso di vera e propria disintossicazione. Negli Stati Uniti, per esempio, si stanno moltiplicando i casi di persone che si sono dedicate anima e corpo alla causa di QAnon fino a perdere il lavoro, ad alienarsi dagli amici o dalla famiglia, perdendosi completamente nella realtà alternativa del cospirazionismo. Ciò ha portato col tempo anche alla creazione di gruppi di ex-membri, come r/QAnonCasualties, che offrono supporto a chi vuole uscirne e che si battono per contrastare la diffusione di QAnon così come è avvenuto, e avviene, per altre sette religiose (Durocher, 1999).

Sembra un gioco, ma non lo è

Se l’intensità dell’incapsulamento sociale è paragonabile a quello di una setta, o addirittura di un’organizzazione terroristica religiosa, il tipo di controllo cognitivo – e cioè il livello di ortodossia richiesto agli aderenti –  è qualitativemanete differente. Diversamente da altri gruppi cospirazionisti, o apertamente terroristi più tradizionali, nei quali il paradigma teorico è estremamente rigido e si richiede di esercitare un controllo cognitivo più stringente sui nuovi membri (Levy, 2007; Harambam e Aupers, 2015), QAnon ha invece adottato una strategia differente (Zuckerman, 2019) sapendo sfruttare magistralmente i meccanismi di “ludicizzazione” e “customizzazione” tipici di alcuni videogiochi ARG (Alternate Reality Games) open world. Ciò ne ha consentito l’espansione su internet all’interno di bolle comunicative fluide e interattive, facilmente adattabili alle esigenze individuali dei suoi membri che si sentono dunque liberi di esplorare ciò che più gli aggrada, ma sostanzialmente impermeabili a confutazioni esterne. Se la diffusione di QAnon avviene principalmente grazie ai social network (Al-Rawi, 2020; Beach et al., 2012), ciò non vuol dire che il movimento non abbia avuto gravi ricadute nella vita reale, contribuendo anche a ispirare azioni violente, che ne hanno irrimediabilmente aumentato il fascino, proprio come avviene nel caso dei gruppi LARP (live action role-playing game). Per questo, in genere, QAnon ha successo con le persone che vedono nella rete internet il mezzo principale per l’acquisizione di informazioni e interazione sociale, ma che conducono uno stile di vita sostanzialmente estroverso e comunitario.

È necessario tuttavia precisare che se è vero che, come suggerito nella letteratura specialistica (Uscinski, 2018; Uscinski, 2013), caratteristiche sociali quali una minore cultura, una tendenza al pensiero irrazionale, visioni politiche estremiste di destra, l’estremismo religioso cristiano, la giovane età o l’instabilità economica rendono le persone mediamente più attratte da QAnon, nessuno di questi tratti permette di definire un profilo ideale di reclutamento. Come avvenne negli anni ’80 in occasione del cosiddetto “Panico Satanico” (Victor, 1994), QAnon ha infatti presa anche su persone estremamente razionali, di ottima cultura e include anche progressisti e militanti di sinistra oltre che aderenti a varie religioni e anche atei. Ciò avviene, ricordiamo, perché QAnon permette di avvicinarvisi percorrendo strade diverse nelle quali ci si può trovare a partecipare in varie modalità, privilegiando alcuni aspetti o teorie e tralasciandone altre, a seconda di come si decide di avvicinarsi alla codifica degli “indizi” e alla risoluzione dei “puzzle” proposti da Q (Chandler, 2020). Allo stesso modo si può essere coinvolti nel movimento in modo pacifico, come semplici diffusori di informazioni, come “ricercatori” oppure, nei casi più gravi, come “miliziani” e finire per farsi coinvolgere in atti criminali e violenti. Va aggiunto, tuttavia, che una volta che si partecipa attivamente al “gioco”, gli effetti socio-psicologici, che sono ben documentati in letteratura (McAdam, 1986), dell’attività di gruppo prendono il sopravvento e si passa, a livello individuale, a una maggiore conformità alle aspettative del gruppo e, a livello collettivo, a una maggiore tolleranza nei confronti di azioni rischiose e addirittura di tipo terroristico.

Il cospirazionismo non è pertanto un fenomeno che riguarda esclusivamente alcuni settori demografici (Miller e Saunders, 2016). Guardano al caso americano, ad esempio, si è visto come tra i partecipanti all’assalto al Campidoglio, avvenuto il 6 Gennaio 2021, figurassero disoccupati quanto affermati professionisti, donne e uomini, giovani e anziani e anche come, paradossalmente, ebrei sionisti ortodossi e cristiani evangelici neonazisti non abbiano esitato ad unirsi in protesta. I fatti di Washington hanno dimostrato senza ombra di dubbio la pericolosità di QAnon come fenomeno collettivo, ma è almeno dal 2019 che l’FBI e diverse agenzie internazionali di intelligence ne seguono le attività, spesso criminali. In aggiunta agli attacchi perpretati e alla loro sporadica attività criminale, i seguaci americani di QAnon mostrano indiscriminatamente un allarmante e crescente livello di iper-aggressività, anche nel corso di normali interazioni con persone che non la pensano come loro ma che non sono considerati dei nemici (de Zeeuw, 2020).

Possibili conseguenze per il sistema politico europeo

In Europa, l’unico esempio simile a quanto sta avvenendo in America è la strage di Hanau in Germania (Baele et al., 2020a; Ibidem, 2020b), dove il 19 febbraio 2020 un estremista di estrema destra vicino a diverse teorie cospirazioniste, tra le quali QAnon, ha ucciso 10 persone e ne ha ferite altre 5 in un attacco suicida. Non è ancora chiaro invece il coinvolgimento dei suoi seguaci in attività criminali o terroristiche sul modello di quanto registrato dall’FBI. Ciò dipende certamente da diversi fattori culturali e legali oltre che, ovviamente, dall’accesso limitato ad armamenti personali, ma anche dall’assenza di una massa critica di individui tali da consentire a QAnon di compiere il “salto di qualità”. Con meno di un terzo di affiliati rispetto all’America, la diffusione di QAnon nel continente europeo è infatti ancora abbastanza marginale. Anche se numericamente circoscritti, i gruppi e i singoli account che fanno capo a QAnon sono però ormai ben radicati sui maggiori social media e nella vita politica del continente. Ad esempio, l’analisi della presenza online di QAnon nel 2020 mostra che la sua attività in Italia è una frazione paragonata a quella americana e quantitativamente anche più modesta rispetto ad altri paesi europei quali Germania e Regno Unito, dove comunque il movimento non supera i 200.000 seguaci. Pur non esistendo ancora analisi sistematiche, si contano circa 30.000 seguaci stabili di QAnon anche nella penisola, ma si tratta purtroppo di un fenomeno in crescita, anche grazie anche alla pandemia di COVID-19, e sempre più aggressivo.

Anche rispetto ai contenuti diffusi il QAnon europeo non è ha ancora raggiunto la complessità dimostrata negli Stati Uniti. Per adesso la bolla Europea di QAnon si occupa sostanzialmente di tre temi: le elezioni presidenziali americane, la pandemia di COVID-19 e la lotta contro l’Unione Europea, in tutti i casi considerandoli aspetti dello stesso complotto internazionale ordito dalla cabala satanico-pedofila del deep state. L’uso politico di QAnon è comunque molto preoccupante. Negli USA, dove ormai QAnon opera di concerto con altri gruppi del suprematismo bianco come Boogalo Bois, Oath Keepers, Guardians of the Republic, 3%rs, Krakens e Proud Boys, la penetrazione del cospirazionismo in politica è purtroppo oramai data per scontata. Il cosiddetto “caucus cospirazionista” è oggi un elemento fondamentale di quello che possiamo chiamare il Trumpverse, e cioè una nuova realtà della politica caratterizzata dalla normalizzazione di gruppi ideologicamente estremisti e dall’assenza di riferimenti logici e fattuali (Partin e Marwick, 2020). Non dimentichiamo che, con l’appoggio esplicito ricevuto in passato da Donald Trump, QAnon è riuscito a far eleggere due suoi rappresentanti nel Congresso americano e molti più occupano posizioni chiave a livello locale (Margulies, 2020).

Nonostante esistanto diversi studi in proposito, è invece difficile indicare una data precisa nella quale QAnon, e in generale il cospirazionismo militante, ha iniziato a penetrare nella società (Plenta, 2020; Juhász e Szicherle, 2017) e soprattutto nell’agenda politica dei paesi europei. Il primo passo è stato quasi certamente l’uso politico inconsapevole di alcuni temi cari al cospirazionismo, come ad esempio le scie chimiche, i vaccini, i microchip sottocutanei, e la finanza internazionale. Tuttavia, se nella base elettoriale di quasi tutti i partiti troviamo ormai persone vicine al cospirazionismo e qualche sporadico esponente che ne abbraccia alcuni elementi a titolo personale, in generale i soggetti politici istituzionali europei hanno più volte preso ufficialmente le distanze da questo mondo. Per il momento dunque nessun movimento politico sembra essere infiltrato da QAnon come è invece avvenuto in USA, anche se isolati capi di governo dichiaratamente populisti come ad esempio Orban, il premier ungherese, sembrano propendere per un avvicinamento al cospirazionismo in chiave internazionale (Antonio, 2019).

L’interesse per il populismo e i movimenti sovranisti

È comunque evidente nell’analisi della presenza mediatica dei seguaci di QAnon un crescente interesse del movimento verso gli estremismi politici e in particolare verso la destra sovranista. Si tratta di un trend che desta serie preoccupazioni tra gli analisti (Bodner et al., 2020; Bergmann, 2018; Castanho Silva, 2017; Oliver e Rahn, 2016). Tra la posizioni politiche che hanno suscitato più interesse troviamo, in primo luogo, la vicinanza, se non il vero e proprio “tifo”, a Donald Trump espresse più volte da diversi partiti sovranisti. A questo si è aggiunge la posizione di netta di avversità all’Unione Europea e, infine, le varie posizioni negazioniste espresse relativamente all pandemia di coronavirus e il giudizio negativo sui provvedimenti di contenimento intrapresi dai governi in carica e riscritte in chiave di una presunta “dittatura sanitaria” globale. Infine, il vero e proprio cedere a tentazioni cospirazioniste, come ad esempio alla narrazione del cosiddetto Piano Kalergi o l’aperta ostilità nei confronti del finanziere internazionale di origine ebraica Soros, considerato nel mondo cospirazionista come una figura demoniaca. Così come avvenuto in un primo momento nell’America di Trump, anche i leader politici europei dei movimenti estremisti non sembrano esitare ad attingere a questi temi facendo leva sull’irrazionalità più estrema, in quanto politicamente utile ed estremamente fruttuosa dal punto di vista elettorale. L’elevata utilità marginale del cospirazionismo sta finendo per avvicinarne le posizioni politiche a quelle di QAnon, non solo attirandone l’attenzione dal punto di vista elettorale, ma aprendo la strada ai suoi membri per conquistare posizioni di potere all’interno del sistema partitico continentale in modo non dissimile da quanto accaduto nel caso del Partito Repubblicano Americano.

Dal canto suo la comunità americana dei followers di Q ha dimostrato un forte interesse per una penetrazione più attiva nella società europea, come recentemente segnalato con l’aumento del coinvolgimento dell’Europa nella propria narrazione cospirazionista. L’ultima presunta novità sulla millantata frode elettorale, e cioè il coinvolgimento diretto dell’Italia, ne è un esempio palese. Da qualche settimana circola infatti la voce che il software usato per truccare le elezioni sarebbe opera di aziende italiane, realizzato dietro richiesta diretta, tramite la CIA e l’Ambasciata Americana a Roma, di Barack Obama al ex-premier Matteo Renzi. Oggi si legge, nelle parole di uno dei più fedeli sostenitori di Trump, l’imprenditore Mike Lindell, che a tirare le fila dell’operazione ci sarebbe addirittura il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, segnalando convinzione di una sostanziale continuità di appoggio della politica italiana al progetto del deep state. Non sappiamo se questa teoria abbia avuto origine in Italia o in America, ma come sempre va notato che QAnon mescola fatti reali, come l’arresto di un dipendente di Leonardo per presunta compravendita di informazioni riservate, con supposizioni e fantasie vere e proprie.

Conclusioni

In conclusione, QAnon rappresenta un pericolo crescente per l’Europa. I seguaci di Q non sono pericolosi solo a causa del loro progetto eversivo, ma soprattutto lo sono per la facilità con cui si moltiplicano, radicalizzano, e per le modalità totalizzanti e potenzialmente violente con cui perseguono i loro obiettivi. Rifiutando la fattualità distruggono ogni terreno comune di discussione erodendo la base stessa del confronto razionale, rendendo estremamente difficile attuare politiche di mitigazione e anti-radicalizzazione. Inoltre, essendo sostanzialmente zeloti privi di dubbi, perché tutto diventa giustificabile grazie alla cripticità dei messaggi di Q, dimostrano uno spiccato livello di coesione e perseguimento degli obbiettivi preposti paragonabile a quello di movimenti terroristici di matrice religiosa. Infine, potenzialmente, non sembrano porsi limiti nella lotta, anche violenta, verso coloro che percepiscono come avversari all’interno della cornice di una battaglia tra bene e male. In virtù di queste sue caratteristiche è dunque necessario trattare QAnon come un movimento terrorista di matrice religiosa radicale che è sempre più chiaramente una minaccia per la democrazia.

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