Crisi umanitaria in Afghanistan e leggi sulle armi negli Stati Uniti – analisi
L’approfondimento settimanale in 20 min. a cura del team di analisti di START InSight. In questa puntata torniamo a parlare di #Afghanistan e di leggi sulle armi negli States (+ consigli di lettura e Ukraine Recovery Conference 2022 a Lugano).
Con Claudio Bertolotti, Andrea Molle e Chiara Sulmoni.
L’Afghanistan preda di una grave crisi umanitaria che peggiora
L’analisi di Claudio Bertolotti
Secondo il Dipartimento di Stato statunitense, “dalla presa di potere dei Talebani nell’agosto 2021, le condizioni umanitarie si sono deteriorate con oltre 24,4 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria – un aumento importante rispetto ai 18 milioni del 2021.
Si stima che siano 23 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza alimentare d’emergenza, un numero più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È aumentato anche il numero di sfollati interni, passato da 670.000 all’inizio di agosto 2021 a 710.000 alla fine dell’anno”. E da gennaio ad oggi si è registrato un aumento della grave insicurezza alimentare a cui si sommano la siccità, i terremoti – dei quali accenniamo all’ultimo 15 giorni fa che ha portato alla morte di circa 1500 persone – e ancora le epidemie di malattie trasmesse dall’acqua contaminata, con un aumento significativo dei casi di colera, e un netto deterioramento delle condizioni complessive nelle aree urbane.
L’inizio della primavera, che tradizionalmente porta sollievo dalla carenza di cibo, ha però dovuto fare i conti con la siccità – la peggiore degli ultimi trent’anni – che ha di fatto peggiorato le condizioni di vulnerabilità delle popolazioni più povere ed esposte.
Va poi evidenziato come le ricadute della guerra in Ucraina abbiano contribuito ad aggravare la crisi, portando a un aumento dei prezzi di cibo e carburante e a indebolire le catene di approvvigionamento. In questa situazione si stima che le nuove impennate dei prezzi renderanno il cibo ancora più irraggiungibile per la maggior parte dei cittadini, dato che i prezzi della farina di grano a Kabul sono ad oggi superiori dell’90% rispetto alla media quinquennale.
“Non si può negare che il 2022 sia un anno cupo“, ha dichiarato Ben Reynolds, direttore per l’Afghanistan di Medair, un’organizzazione svizzera di aiuti umanitari. “Il 97% della popolazione potrebbe dover vivere (o sopravvivere) al di sotto della soglia di povertà entro la metà dell’anno“.
Viene naturale chiedersi se, di fronte a una drammatica fotografia del genere, non debbano essere riconsiderate le posizioni della Comunità internazionale, in primo luogo gli Stati Uniti, in termini di possibilità e libertà d’intervento a favore delle popolazioni afghane, e questo indipendentemente dalla gestione politica talebana che ogni giorno si fa più opprimente e violenta nei confronti degli afghani stessi.
(Cover photo by Fringer Cat on Unsplash)
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