Dazi, la strategia di Trump: “tit for tat”.
di Melissa de Teffè, dagli Stati Uniti – Giornalista con Master in Diplomazia presso l’ISPI, esperta di politica statunitense.
Mentre sabato scorso il Wall Street Journal titola: “Inizia l’effetto della più stupida guerra commerciale”, Rupert Murdoch, fondatore di News Corp e proprietario del giornale, osserva in silenzio, con un piccolo sorriso di assenso, sereno, affianco a Larry Ellison, fondatore di Oracle mentre Donald Trump firma decreti esecutivi. I due sono seduti in due poltroncine ottocentesche, a pochi metri dalla scrivania presidenziale, nell’ufficio ovale, nel cuore del potere politico. Trump, concentrato e deciso, a metà della conferenza stampa, di fronte a un gruppetto di 10 giornalisti e fotografi, li presenta seppure spieghi agli astanti che non sono lì in relazione alla sua politica commerciale, né a testimonianza dei suoi decreti. Un messaggio inequivocabile: sono tutti dalla mia parte.
Nella carrellata di decreti esecutivi firmati, l’argomento è sempre lo stesso: “Soldi”. Spesi bene o spesi male, questo il fil rouge della tattica trumpiana che si fonda sul principio della teoria dei giochi. Donald Trump ha adottato una strategia commerciale basata sul principio “tit for tat”, una tecnica mutuata dalla teoria dei giochi che si può tradurre in “occhio per occhio, dente per dente” o più elegantemente sul principio di reciprocità economica, con l’obiettivo di creare un equilibrio di cooperazione leale. La strategia trova le sue radici nel dilemma del prigioniero, un concetto centrale nella teoria dei giochi*.
(*In questo scenario, due prigionieri devono scegliere se collaborare o tradirsi a vicenda. La scelta ottimale sarebbe che entrambi cooperino, ma ogni prigioniero ha l’incentivo a tradire per evitare il peggior risultato. Così, l’auto-protezione attraverso la non-cooperazione porta entrambi a una posizione subottimale. La teoria del “tit for tat”, elaborata da Robert Axelrod e Alvin Rapoport, è una delle soluzioni più efficaci al dilemma del prigioniero, soprattutto in interazioni ripetute. Secondo Rapoport, la chiave del successo di questa strategia è la sua semplicità: iniziare con la cooperazione e poi rispondere con una reazione speculare a ogni interazione successiva).
Adottando un approccio simile che persegue questo sistema, “in teoria” Trump, potrebbe nel contesto globale, avviare a un’escalation dannosa, soprattutto se venisse a mancare un sistema di fiducia reciproca supportato da un dialogo aperto e continuativo. In un mondo globalizzato, dove la cooperazione sarebbe l’approccio più vantaggioso per il medio e lungo termine, l’adozione della strategia “tit for tat” può risultare controproducente, poiché non favorisce la creazione di alleanze durature, ma alimenta una competizione senza fine, esattamente come nel dilemma del prigioniero. Però, se si guarda allo scenario negoziale, e quindi diciamo, nella versione “pratica”, dobbiamo guardare non solo le tariffe, ma è imperativo includere tutte quelle tematiche che nelle relazioni con Cina, Messico e Canada entrano in gioco, e che hanno un valore e un’importanza finanziaria per gli Stati Uniti enormi: l’immissione di fentanyl, l’immigrazione terroristica, criminale e la tratta umana. Ecco, quindi, che le tariffe o altre misure commerciali punitive, hanno un peso e assumono un significato diverso. Con l’introduzione di dazi elevati su una serie di beni, tra cui acciaio e alluminio, il presidente, vuole da un lato riequilibrare la bilancia commerciale, che al momento, dice essere in grave deficit, e dall’altro desidera obbligare questi Stati a muoversi efficacemente anche sulle altre problematiche citate, (per altro almeno con il Messico e il Canada sembra aver avuto un successo iniziale). Vediamo:
- Messico: Le tariffe sulle importazioni messicane saranno sospese per un mese. Questo accordo è stato raggiunto dopo una conversazione con Claudia Sheinbaum, presidente del Messico, che ha promesso di allocare alla frontiera settentrionale 10.000 soldati della Guardia Nazionale per prevenire il traffico di droga, in particolare fentanyl, e per fermare il traffico umano da parte di gang organizzate. Le negoziazioni commerciali, proseguiranno con il team statunitense, guidato dal Segretario di Stato Marco Rubio, dal Segretario del Tesoro Scott Bessent e dal Segretario del Commercio Howard Lutnick, che lavoreranno insieme alle autorità messicane per affrontare questioni di sicurezza e commercio.
- Canada: Trudeau, dopo aver parlato oggi con Trump ha pubblicato su X, di voler cooperare maggiormente per rendere i confini più sicuri. Il team negoziale canadese è guidato dal Primo Ministro Justin Trudeau e include rappresentanti di vari settori come l’automobilistico, i sindacati, l’industria e l’agricoltura. Tra i membri più noti ci sono Steve Verheul (ex capo negoziatore del Canada durante la rinegoziazione del NAFTA – National American Trade Agreement), e Kirsten Hillman (Ambasciatore del Canada negli Stati Uniti).
- Cina: Mentre proseguono i negoziati con il Messico e il Canada, gli Stati Uniti hanno avviato anche un intenso dialogo con la Cina per affrontare le complesse questioni commerciali ancora irrisolte. In primis il dazio del 10% su tutte le importazioni cinesi, e poi il blocco dell’app TikTok, che seppure ancora aperta e usufruibile prevede per esistere, la creazione di una Joint Venture, USA 51% e Cina 49. I colloqui, condotti dal Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, Katherine Tai, e dal Segretario al Commercio, Gina Raimondo, sono anche concentrati su altri temi cruciali come la protezione della proprietà intellettuale, le pratiche commerciali sleali e l’accesso reciproco ai mercati – questioni che da tempo preoccupano quasi tutte le economie occidentali. Obiettivo principale di queste trattative è ridurre le tensioni commerciali tra le due potenze, cercando di promuovere un flusso di scambi più equo. Se un accordo venisse raggiunto, le implicazioni sarebbero considerevoli, soprattutto considerando che gli Stati Uniti, nel corso degli anni, hanno delegato gran parte della loro produzione manifatturiera alla Cina.
Nel caso invece che le trattative fallissero, si rischia un ulteriore aumento dei dazi, con effetti negativi non solo sulle economie dei due paesi, ma sull’intero mercato globale, portando peraltro ad aumentare le tensioni geopolitiche, non solo tra i due paesi, ma anche a livello internazionale. Le decisioni prese durante questi negoziati influenzeranno il panorama globale del commercio internazionale.
Qualche dato alla mano pubblicato a gennaio dal Census Bureau statunitense:
“Il deficit commerciale degli Stati Uniti in beni e servizi per novembre 2024 è stato di 78,2 miliardi di dollari, con un aumento di 4,6 miliardi rispetto ai 73,6 miliardi di ottobre. Le esportazioni sono aumentate di 7,1 miliardi, raggiungendo i 273,4 miliardi, mentre le importazioni sono salite di 11,6 miliardi, arrivando a 351,6 miliardi. Il deficit dei beni è aumentato di 5,4 miliardi, raggiungendo i 103,4 miliardi, mentre il surplus dei servizi è aumentato di 0,9 miliardi, arrivando a 25,2 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il deficit è aumentato del 13%”. ft900.pdf
Sempre sulla traccia economica, e rilevante, Trump ha anche firmato un’ordinanza esecutiva, per la creazione del Sovereign Wealth Fund o Fondo Sovrano, (questi fondi sono uno strumento per investire il surplus delle riserve finanziarie con lo scopo di generare profitti a lungo termine). L’ordine incarica il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, e il Segretario al Commercio, Howard Lutnick, di sviluppare il piano per la creazione del fondo entro 90 giorni, con l’obiettivo di definire le strategie di finanziamento, gli approcci agli investimenti e la governance del fondo. Questo fondo sarà destinato a ottimizzare i vasti asset della nazione, attualmente valutati a 5,7 trilioni di dollari, e a generare ritorni finanziari per sostenere la sostenibilità fiscale a lungo termine, ridurre il carico fiscale e promuovere la sicurezza economica. Il fondo mira anche a rafforzare la leadership economica e strategica degli Stati Uniti. Questo progetto fa parte della visione economica presidenziale per sfruttare le risorse nazionali per la crescita futura, ispirandosi a modelli di altri paesi e di stati statunitensi che hanno propri fondi sovrani. La sua creazione potrebbe comportare l’acquisizione di partecipazioni in aziende con contratti significativi con il governo degli Stati Uniti, come appunto nel caso di TikTok. Tuttavia, la struttura e le modalità di finanziamento del fondo non sono ancora chiare, e potrebbero richiedere l’approvazione del Congresso (Fact Sheet: President Donald J. Trump Orders Plan for a United States Sovereign Wealth Fund – The White House).
Per concludere non possiamo esimerci dal parlare del discolo del gruppo, Elon Musk. Con l’assenso del presidente, Bessent, Segretario del Tesoro, ha dato accesso a Musk al sistema di pagamento federale, che gestisce annualmente oltre 6 trilioni di dollari in benefici, sovvenzioni e rimborsi fiscali. Questa decisione consente al team di Musk, di esaminare e analizzare i pagamenti governativi. Questa decisione dà a Musk la possibilità di capire chi ha ricevuto cosa e dove sia necessario tagliare sia i pagamenti che il personale. Ci riferiamo anche e soprattutto ai tagli di sovvenzioni inutili o citando Trump “senza senso”. Musk ha così annunciato oggi la chiusura dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale – USAID. “La stiamo chiudendo “- l’agenzia), confermando che il presidente Donald Trump concorda con questa decisione. Gli impiegati di USAID sono stati istruiti a non andare in ufficio, riferendosi alla sede centrale in Washington, e l’accesso ai sistemi informatici dell’agenzia è stato chiuso per paura di sabotaggi interni. Questa decisione ha suscitato preoccupazioni tra i legislatori democratici, che accusano Trump e Musk di abuso di potere e di minare la politica estera degli Stati Uniti. USAID è stata fondata nel 1961 con l’obiettivo di fornire assistenza allo sviluppo e umanitaria in tutto il mondo. La sua chiusura rappresenta un cambiamento significativo nella politica estera degli Stati Uniti. Durante una conferenza stampa, sempre oggi, della portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, rispondendo alla domanda sul perché USAID venisse chiusa, la sua risposta ci ha sbalorditi con un elenco breve di esempi di dove fossero stati spesi i soldi dei contribuenti: $1.5 milioni per promuovere DEI (diversity, equality, inclusion, un programma federale che garantirebbe pari opportunità a tutte le persone, indipendentemente da razza, genere, etnia, orientamento sessuale o altre caratteristiche individuali e non sulla meritocrazia, che secondo il decreto presidenziale del 20 gennaio che chiude tutte le agenzie DEI, è la causa prima del malfunzionamento generale) nei luoghi di lavoro in Serbia; $70,000 per la produzione di un musical DEI in Irlanda, $47,000 per un’opera transgender in Colombia e $32,000 per un fumetto transgender in Perù. Ha criticato queste spese come sprechi di denaro dei contribuenti e ha sottolineato che Elon Musk è stato incaricato dal presidente Trump di porre fine a tali sprechi.