Le Filippine: un perno geopolitico nell’Indo-Pacifico e l’opportunità strategica per l’Italia
di Andrea Molle, dagli Stati Uniti.
Le Filippine, da tempo considerate un attore geopolitico cruciale nel Sud-Est asiatico, si trovano sempre più al centro della crescente competizione tra Stati Uniti e Cina. Mentre la “linea degli undici tratti” porta avanti l’aggressiva politica estera di Beijin nel Mar Cinese Meridionale e oltre, e Washington intensifica la sua strategia indo-pacifica, Manila gioca un ruolo di primo piano nel plasmare le dinamiche di sicurezza regionale. Per l’Italia, che tradizionalmente ha concentrato la propria politica estera su Europa, Africa e Mediterraneo, l’evoluzione del panorama indo-pacifico rappresenta un’opportunità per ridefinire il proprio impegno globale attraverso una presenza più mirata, sia militare che civile, nell’arcipelago filippino. La posizione strategica delle Filippine, situate all’incrocio tra il Pacifico e il Mar Cinese Meridionale, le rende infatti un alleato potenzialemtne prezioso sia per le potenze regionali che per quelle globali. Situato al crocevia di importanti rotte commerciali marittime, il paese funge da varco tra il Pacifico e i centri economici dell’Asia orientale.
Ancora più importante, l’arcipelago offre vantaggi logistici e militari cruciali, in particolare nel contrastare l’espansione territoriale aggressiva della Cina nelle acque contese e la minaccia a Taiwan. Le rivendicazioni di Pechino sul Mar Cinese Meridionale, comprese la costruzione di isole artificiali e l’interruzione di diverse rotte di pesca, hanno direttamente minacciato la sovranità delle Filippine. Nonostante una sentenza del tribunale internazionale nel 2016 abbia invalidato le rivendicazioni cinesi, Beijin continua a perseguire i propri interessi in modo aggressivo. In risposta, Manila ha rafforzato i suoi legami di difesa con Washington, riaprendo basi strategiche alle forze statunitensi e approfondendo la cooperazione in materia di sicurezza con partner regionali come Giappone e Australia. Le Filippine hanno partecipato, ad esempio, a una serie di esercitazioni navali internazionali con Stati Uniti, Australia, Giappone e Francia. Queste manovre, condotte all’interno della Zona Economica Esclusiva filippina, mirano a migliorare il coordinamento della difesa e l’interoperabilità.
La Cina: obiezioni e interessi
La Cina ha espresso obiezioni a queste attività, considerandole destabilizzanti. Inoltre, Manila ha firmato un accordo di difesa con il Canada per rafforzare le esercitazioni militari congiunte, in linea con la sua strategia di consolidamento delle partnership di difesa nel contesto delle crescenti tensioni nel Mar Cinese Meridionale. Allo stesso tempo, le Filippine devono gestire un equilibrio molto delicato. Pur necessitando delle garanzie di sicurezza fornite dagli Stati Uniti, la loro interdipendenza economica con la Cina complica la situazione. Beijin rimane un partner commerciale chiave, una fonte primaria di investimenti e un attore influente nell’architettura economica della regione. Questa tensione tra sicurezza e interessi economici riflette la più ampia sfida che molte nazioni del Sud-Est asiatico affrontano nel navigare la rivalità tra Stati Uniti e Cina. Mentre le Filippine stanno rafforzando le loro collaborazioni in materia di difesa con gli Stati Uniti e altri alleati, continuano anche a mantenere un dialogo diplomatico con la Cina. Ad esempio, durante un recente incontro con il Primo Ministro cambogiano Hun Manet, il Presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. ha espresso gratitudine per la grazia concessa a 13 donne filippine, evidenziando gli sforzi di Manila per mantenere relazioni positive all’interno della regione. Il rinnovato focus di Washington sull’Indo-Pacifico, in particolare attraverso iniziative come AUKUS, il Quad e il rafforzamento della cooperazione di sicurezza con i paesi ASEAN, mira a contrastare l’influenza crescente della Cina.
Gli Stati Uniti: la strategia di sicurezza regionale
Per gli Stati Uniti, le Filippine rappresentano un pilastro critico nella loro strategia di sicurezza regionale. L’Enhanced Defense Cooperation Agreement (EDCA) tra Manila e Washington facilita l’accesso americano a installazioni militari chiave, garantendo una presenza avanzata in grado di dissuadere le incursioni cinesi e rafforzare la sicurezza marittima. Inoltre, la crescente presenza militare statunitense nella regione funge da deterrente contro una potenziale escalation a Taiwan, una delle principali aree di tensione tra USA e Cina. La vicinanza delle Filippine a Taiwan le rende un hub logistico fondamentale in caso di conflitto, consolidando ulteriormente la loro importanza nella strategia americana.
L’Italia: economia, commercio e difesa
Ma che dire dell’Italia? L’Italia, in quanto media potenza europea, ha tradizionalmente mantenuto una presenza limitata nell’Indo-Pacifico. Tuttavia, data la crescente rilevanza globale della regione e i legami sempre più stretti con Washington, Roma dovrebbe riconsiderare il proprio coinvolgimento strategico. Mentre Francia e Regno Unito hanno già rafforzato la loro presenza navale ed economica nell’Indo-Pacifico, l’Italia deve ancora definire pienamente il proprio ruolo. Gli interessi economici italiani si allineano con la necessità di un Indo-Pacifico stabile e basato su regole chiare. La regione rappresenta un mercato cruciale per le esportazioni italiane, tra cui tecnologia della difesa, attrezzature marittime e infrastrutture.
Rafforzare i legami economici e di sicurezza con le Filippine potrebbe fornire un punto d’accesso strategico per un coinvolgimento più ampio nell’ASEAN, dove l’Italia detiene lo status di osservatore. Sul fronte della sicurezza, l’Italia potrebbe potenziare la cooperazione navale con le Filippine partecipando a esercitazioni marittime congiunte, fornendo addestramento alla guardia costiera e supportando gli sforzi regionali per mantenere la libertà di navigazione. Inoltre, l’avanzata industria della difesa italiana potrebbe contribuire alla modernizzazione delle capacità militari filippine.
Dal punto di vista diplomatico, l’Italia dovrebbe sfruttare le proprie partnership all’interno dell’UE per promuovere una strategia europea più coerente nell’Indo-Pacifico, assicurandosi che l’Europa rimanga un attore rilevante nell’equilibrio geopolitico della regione. Sostenere i meccanismi di sicurezza guidati dall’ASEAN e promuovere il rispetto del diritto internazionale, in particolare della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS), rafforzerebbe ulteriormente il ruolo dell’Italia come attore costruttivo. In conclusione, l’importanza geopolitica delle Filippine nell’Indo-Pacifico è indiscutibile. Mentre gli Stati Uniti si muovono per contrastare l’assertività crescente della Cina, Manila si trova al centro di una competizione strategica che plasmerà il futuro dell’ordine globale. Per l’Italia, un coinvolgimento più proattivo nell’Indo-Pacifico—soprattutto attraverso un rafforzamento dei legami con le Filippine—rappresenta un’opportunità per diversificare la propria politica estera e affermarsi come attore rilevante in una delle regioni più dinamiche del mondo.
Approfondendo i legami economici, di sicurezza e diplomatici, l’Italia può contribuire a un Indo-Pacifico più stabile e basato sulle regole, ampliando al contempo il proprio ruolo strategico in un mondo sempre più multipolare.