ISIS

Lo Stato Islamico Khorasan: espansione verso l’Europa?

di Antonio Giustozzi.

Articolo tratto da #ReaCT2024 -5° Rapporto sul Radicalismo e il Terrorismo in Europa (scarica il rapporto oppure ordina la tua copia).

Abstract

Nel 2023, Da’esh (ISIS) ha continuato a realizzare attacchi isolati in Europa, generalmente con un supporto organizzativo limitato. L’articolo rileva l’efficacia crescente delle misure antiterrorismo europee che avrebbe probabilmente reso meno conveniente per i leader di ISIS impiegare le rare risorse umane in tali attacchi. L’Autore, nel suo articolo, esplora come il gruppo Stato islamico sembri prediligere la conservazione delle proprie strutture organizzative in Europa, delegando l’azione a pochi individui o cellule isolate. Inoltre, si discute il coinvolgimento crescente del ramo Khorasan (IS-K) di ISIS nella pianificazione di attacchi in Europa o contro obiettivi europei all’estero, come dimostrato da un complotto del 2020 contro basi NATO in Germania. Nonostante i numerosi complotti identificati nel 2023, vi è una certa discrezionalità nell’attribuzione di questi piani esclusivamente a IS-K, suggerendo una cooperazione intra-ISIS più ampia. L’articolo rileva che, nonostante le apparenze, Da’esh Khorasan non sta necessariamente espandendosi, ma piuttosto assumendo nuovi compiti assegnatigli dalla leadership centrale, pressata dalla scarsità di risorse.

Nel 2023 Da’esh ha continuato a compiere occasionalmente attacchi isolati in Europa, di solito con un sostegno organizzativo apparentemente limitato. Poiché l’antiterrorismo europeo è diventato sempre più efficace, il rapporto costo-efficacia derivante dall’impegno di rare risorse umane in attacchi isolati deve essere apparso discutibile ai leader dello Stato Islamico e fonti di polizia in tutta Europa tendono a pensare che l’Isis preferisca effettivamente salvaguardare qualunque struttura organizzativa abbia ancora in Europa, lasciando il compito di sventolare la bandiera a pochi individui o cellule isolate. In effetti, ancora all’inizio del 2022 fonti di polizia in Europa non vedevano una minaccia imminente da parte di Da’esh, la cui presenza era limitata a propagandisti, reclutatori e raccoglitori di fondi online. Fonti talebane hanno confermato la detenzione di un agente dello Stato Islamico in Afghanistan, che aveva raccolto migliaia di euro in Germania e Spagna (Giustozzi, 2022). Fonti dell’intelligence talebana notano anche che gran parte della propaganda online della branca del Khorasan di Da’esh viene ora prodotta al di fuori dell’Afghanistan, compresa l’Europa. Dopo la caduta di Kabul nell’agosto 2021, Da’esh Khorasan ha iniziato a pubblicare una parte significativa di questa propaganda in inglese. Le ragioni potrebbero essere molteplici, non tutte legate all’Europa. Una possibile ragione, rilevante per la sicurezza europea, è l’intento di stimolare il reclutamento in Europa, magari per rimpiazzare la perdita di molti operatori mediatici del Da’esh a causa della repressione della polizia negli ultimi anni. Anche quando nel luglio 2023 la polizia ha non solo arrestato diversi cospiratori dell’IS in Germania e nei Paesi Bassi e li ha descritti come “in contatto con membri” del ramo IS-K, ma ha anche osservato che erano impegnati nella raccolta di fondi e non vi era alcuna indicazione che stavano attivamente preparando un attacco terroristico (Stewart ASyI, 2023).

1. L’IS-K e l’ambizione di colpire l’Europa.

Alcuni osservatori hanno tuttavia notato una tendenza recente, riguardante il crescente coinvolgimento organizzativo del ramo Khorasan (IS-K) nella pianificazione di attacchi in Europa, o contro obiettivi europei in Turchia. Le autorità tedesche hanno affermato nel 2020 che la cellula dietro un complotto volto ad attaccare le basi NATO in Germania, sventato dalla polizia nell’aprile 2020, aveva ricevuto l’ordine di agire da un quadro di Da’esh Khorasan in Afghanistan (Nodirbek, 2021). L’episodio, però, ha attratto poca attenzione e le prove condivise dalle autorità tedesche restano poco chiare. Ciò che ha davvero attirato l’attenzione di molti osservatori è stato il rapporto dell’intelligence statunitense emerso tra le fughe di notizie di Discord, che mostravano come a febbraio 2023 15 diversi complotti di Da’esh Khorasan per effettuare attacchi contro interessi occidentali in Europa, Turchia, Medio Oriente e altrove erano stato identificati dalle forze armate statunitensi (Lamothe, Warrick, 2024). Sebbene queste cifre sembrino impressionanti, contrastano stranamente con il fatto che nel marzo 2023 il comando centrale degli Stati Uniti valutava che Da’esh Khorasan avrebbe avuto la capacità di organizzare attacchi contro gli interessi occidentali in Asia o in Europa solamente “entro 6 mesi”. La discrepanza è difficile da spiegare, a meno che per i militari i 15 complotti sopra menzionati non fossero da prendere troppo sul serio, o da non attribuire esclusivamente o anche principalmente a Da’esh Khorasan. A questo riguardo, fonti turche parlano del coinvolgimento di Centroasiatici legati a Da’esh Khorasan e di membri del ramo turco di Da’esh in almeno alcuni di questi complotti, quali quelli contro i consolati svedese e olandese in territorio turco. Anche lo stesso rapporto summenzionato dell’intelligence statunitense rilevava che Da’esh Khorasan “faceva affidamento su risorse provenienti dall’esterno dell’Afghanistan”.[1] Pur avendo ordinato gli attacchi dall’Afghanistan, secondo quanto riferito, Da’esh Khorasan avrebbe fatto affidamento su mezzi e personale già presenti sul posto.

L’Afghanistan e la struttura sviluppata dell’IS.

Nel 2023 fonti all’interno di Da’esh Khorasan in Afghanistan hanno confermato al gruppo di ricerca dell’autore di aver coordinato operazioni in Turchia e in Europa con altri rami di Da’esh, sottolineando tuttavia che ciò è avvenuto sotto la guida della leadership centrale del “Califfato”. Ciò implica che Da’esh Khorasan in quanto tale non ha determinato la strategia complessiva che presiedeva alla pianificazione di questi attacchi. Le stesse fonti interne a Da’esh Khorasan indicano che l’Afghanistan ospita diverse commissioni militari per i paesi vicini, come l’Iran e l’Asia centrale, ma non hanno menzionato alcuna entità del genere focalizzata su Europa, Turchia o Medio Oriente. Fonti contattate dall’International Crisis Group in Siria hanno indicato nel 2023 che i Centroasiatici che operavano in passato agli ordini di Da’esh Levante sono stati trasferiti sotto la responsabilità di Khorasan (International Crisis Group, 2023). Secondo le summenzionate fonti all’interno di Khorasan, almeno inizialmente, ciò avrebbe dovuto preludere al loro trasferimento in Afghanistan, che però è avvenuto molto più lentamente del previsto.

Il quadro che queste fonti ritraggono è quello di una struttura di Da’esh Khorasan relativamente sviluppata in Turchia e Siria, con più di 200 membri che lavorano nel centro finanziario dell’IS-K in Turchia, più 400-500 centroasiatici sparsi tra Siria e Turchia, ex membri della branca siriana che o sono stati riassegnati al Khorasan o hanno cambiato casacca spontaneamente (le fonti non sono chiare su questo punto), in attesa di essere trasferiti nel Khorasan o comunque di sentirsi dire cosa fare. In Europa la presenza di Da’esh Khorasan sarebbe molto più modesta, con 60 membri. Secondo le stesse fonti, a settembre 2022 si trovavano circa 30 europei appartenenti all’IS-K in Afghanistan e Pakistan. Di questi, 16 provenivano dalla Germania, dieci dalla Francia e quattro dal Belgio. C’erano anche quattro americani e qualche turco. Questi individui con passaporti di paesi europei e nordamericani vengono descritti come evacuati dal Medio Oriente dopo il crollo del Califfato, piuttosto che inviati incaricati di organizzare attacchi a lungo raggio in Europa. Sebbene tutti questi numeri non possano essere verificati, sembrano compatibili con le informazioni sopra riassunte e fornite da Europol, ICG e altri.

Questo quadro suggerisce continui scambi di membri tra Khorasan e altri rami di Da’esh in Turchia, Europa e Siria (che tra l’altro avvengono anche altrove), anche se la velocità e l’intensità di questi scambi sono diminuite nel tempo. C’è sempre stata una notevole integrazione tra i rami di Da’esh, nonostante molti all’epoca del lancio di Da’esh Khorasan ipotizzassero che si trattasse di una mossa opportunistica, con pochi rapporti organici con il “Califfato”. Più che di espansione delle operazioni dell’IS-K in Europa, in conclusione, si dovrebbe parlare di cooperazione tra filiali intra-Da’esh. Tale cooperazione sembra senza dubbio essersi ampliata nel 2022-2023, il che fa sorgere una domanda sul perché.

L’IS sarebbe in attesa?

A questo proposito, vale la pena notare che l’IS-K non rivendica né pubblicizza la sua presunta “espansione”. Anche quando sollecitate, le fonti dell’IS-K in Afghanistan si sono tenute ben lontane dal vantarsi di tale espansione. Al contrario, tendono a minimizzarne l’importanza. Ciò sembra strano, dato che:

1. Da’esh Khorasan ha condotto una sofisticata campagna mediatica, il cui futuro principale è amplificare i suoi limitati risultati e fare affermazioni ingiustificate;

2. se l’“espansione” fosse davvero tale, costerebbe a Da’esh Khorasan una parte considerevole delle sue limitate risorse, e che

3. le chats private dell’IS-K sui social media e le nostre interviste con i membri mostrano chiaramente che l’organizzazione fatica a spiegare ai propri membri e simpatizzanti perché le sue attività sono state così limitate nel 2023.

Forse Da’esh Khorasan potrebbe semplicemente stare aspettando, prima di promuovere la sua “espansione” al di fuori del mandato della provincia di Khorasan (Afghanistan, Khyber Pakhtunkhwa del Pakistan, Asia Centrale, Cina, Iran) finché non riuscirà a portare a termine un attacco con successo. Tuttavia, Da’esh Khorasan non mostra alcuna timidezza simile nel rivendicare il suo intento di portare la jihad in Cina (dove, nonostante anni di propaganda, non è riuscito a ottenere nulla) o in Asia Centrale, dove i suoi successi sono stati minimi (lanciando razzi oltre il confine verso Tagikistan e Uzbekistan). Se lo scopo primario di Da’esh Khorasan fosse quello di affermare di aver aperto nuovi fronti in Europa, Turchia e Medio Oriente, perché non dovrebbe adottare tattiche simili a quelle impiegate nella provincia di Khorasan ed effettuare facili attacchi contro obiettivi soffici, per poi produrre affermazioni ampiamente gonfiate sui danni inflitti?

La forza dell’IS

In sintesi, la spiegazione più logica è che il “Califfato”, che è al suo punto più debole dalla sua nascita, abbia chiesto aiuto a Da’esh Khorasan per riconquistare le vette mediatiche con qualche attacco di alto profilo contro obiettivi europei. Una possibilità è che il “Califfato” potrebbe ora essere così debole in Europa e dintorni da non avere più la forza di lanciarvi una campagna sistematica di intensificazione delle operazioni. Un’altra possibilità è che, in linea con quanto osservato all’inizio di questo articolo, la leadership centrale di Da’esh possa aver deciso di aumentare la propria visibilità intensificando le operazioni terroristiche, salvaguardando allo stesso tempo quello che rimane della sua struttura in Europa e affidandosi invece a elementi di Da’esh Khorasan, che non fanno parte della stessa struttura e non rischiano di comprometterla se catturati.

Perché Khorasan e non altri rami di Da’esh? Come accennato in precedenza, Da’esh Khorasan ha da anni una presenza significativa in Turchia, con nascondigli e reti dedicate al supporto delle operazioni finanziarie. Questo polo finanziario ora fatica a svolgere il suo compito originario, a causa della forte pressione delle autorità turche, quindi la sua conversione a ruoli più operativi potrebbe sembrare logica. Inoltre, come accennato, i Centroasiatici si stavano preparando per essere trasferiti in Afghanistan, avendo esaurito la loro utilità in Siria, dove operare clandestinamente è molto più difficile per loro che per i nativi siriani o anche per gli iracheni. Dato che solo poche decine riescono a compiere il viaggio ogni mese, coloro che rimangono inattivi in ​​Turchia e Siria possono ben essere mobilitati per altri compiti. In breve, Da’esh Khorasan era prontamente disponibile e ben posizionato per fornire sostegno alla leadership centrale, i cui rami siriano e iracheno sono stati notevolmente indeboliti negli ultimi anni. Nessun altro ramo di Da’esh si trova in una posizione simile.

Conclusioni In conclusione, Da’esh Khorasan probabilmente non è realmente “in espansione”. I membri coinvolti negli attentati pianificati erano già con Da’esh Khorasan o vi si stavano trasferendo (nel caso degli asiatici centrali). Ciò che sembra essere cambiato è che a Da’esh Khorasan sono stati assegnati compiti aggiuntivi da una leadership centrale, che è a corto di soldi e risorse umane e ha bisogno di aumentare il proprio profilo mediatico per avere la possibilità di riemergere dalla crisi. Ciò spiegherebbe anche perché i membri di Da’esh Khorasan in Afghanistan non sono particolarmente entusiasti di questo sviluppo, che almeno nel breve termine non fa altro che sottrarre loro delle già scarse risorse umane.


[1] ‘Daesh’s massacre plan’, Yeni Safak, 20 July 2023.

Articolo tratto da #ReaCT2024 -5° Rapporto sul Radicalismo e il Terrorismo in Europa (scarica il rapporto oppure ordina la tua copia).




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