Questo articolo esplora la strategia russa di diplomazia digitale, guerra informatica e uso dell’intelligenza artificiale (AI) come strumenti fondamentali nella competizione globale. La soft diplomacy russa, inizialmente accolta con favore, ha subito evoluzioni altalenanti a causa di campagne informative che hanno danneggiato l’immagine internazionale del paese. Negli ultimi anni, la Russia ha sviluppato una “diplomazia digitale” per influenzare l’opinione pubblica internazionale, sfruttando strumenti come i social media per diffondere messaggi polarizzanti e notizie alternative. Parallelamente, il paese ha potenziato le sue capacità di guerra informatica, considerandola una componente essenziale delle operazioni di informazione e un mezzo per raggiungere un equilibrio militare asimmetrico contro l’Occidente. L’uso dell’AI amplifica queste operazioni, consentendo la creazione di disinformazione su vasta scala e potenziando tecniche di spionaggio e attacchi cibernetici, con l’obiettivo di destabilizzare gli avversari e consolidare l’influenza russa a livello globale.
Dopo le prime grandi operazioni manovrate, e le penetrazioni in profondità attuate nella prima settimana dell’offensiva russa, ora molti indicatori mostrano come si sia aperta una nuova fase di logoramento e attrito. Le forze attaccanti non hanno mantenuto l’iniziale “momentum” del loro ritmo operativo, ma è dubbio che, come dichiarato dal ministero della difesa ucraino, abbiano del tutto “perso l’iniziativa”, perché in quasi tutti i settori esse continuano invece le loro azioni, che si sviluppano in tutta una serie di “attacchi sistematici”, tipici delle operazioni offensive contro posizioni fortemente organizzate a difesa.
di Marco Cochi. L’esponenziale incremento dei download delle VPN evidenzia che molti russi non si accontentano della semplice propaganda di regime e bypassando i controlli cercano di avere informazioni più affidabili su ciò che sta realmente accadendo sul fronte di guerra.
Il Cremlino ha da tempo sviluppato un’elevata capacità di controllo di Internet all’interno dei propri confini, agendo in modo sempre più aggressivo nel tentativo di isolare tecnicamente il paese dalla rete globale di Internet, di fatto realizzando un’autonoma rete infrastrutturale posta sotto l’esclusivo controllo statale. Di fatto un’infrastruttura fisica e digitale di Internet all’interno dei confini russi: una “rete di reti” parallele, più che un sistema centralizzato dall’alto verso il basso.