Il recente rapporto dell’United States Peace Institute, “Assessing India’s Perceptions of China’s Nuclear Expansion”, getta nuova luce sulle crescenti preoccupazioni di Nuova Delhi riguardo all’ampliamento dell’arsenale nucleare cinese. Mentre Pechino rafforza il proprio deterrente strategico, l’India si trova ad affrontare un dilemma cruciale: come rispondere senza innescare una pericolosa corsa agli armamenti?
Donald Trump ha adottato una strategia commerciale basata sul principio “tit for tat”, una tecnica mutuata dalla teoria dei giochi che si può tradurre in “occhio per occhio, dente per dente” o più elegantemente sul principio di reciprocità economica, con l’obiettivo di creare un equilibrio di cooperazione leale. La strategia trova le sue radici nel dilemma del prigioniero, un concetto centrale nella teoria dei giochi.
Il Cremlino ha da tempo sviluppato un’elevata capacità di controllo di Internet all’interno dei propri confini, agendo in modo sempre più aggressivo nel tentativo di isolare tecnicamente il paese dalla rete globale di Internet, di fatto realizzando un’autonoma rete infrastrutturale posta sotto l’esclusivo controllo statale. Di fatto un’infrastruttura fisica e digitale di Internet all’interno dei confini russi: una “rete di reti” parallele, più che un sistema centralizzato dall’alto verso il basso.
Dal punto di vista prettamente tattico, il decorso delle operazioni sta mostrando diversi aspetti ormai piuttosto definiti e consolidati, cui se ne aggiungono altri che emergono dagli ultimi sviluppi osservabili sul campo: la “difesa a istrice” dei centri abitati e i “contrattacchi” delle forze ucraine
Si entra oggi nel dodicesimo giorno di guerra, e a poco più di 96 ore dall’ultimo apprezzamento, è ora possibile esprimere altre considerazioni, seppur sempre tenendo presente la marcata fluidità delle operazioni in corso, e una mole di dati e informazioni in buona parte parziali e provenienti da fonti non completamente verificate.
Prima di entrare nella sua fase cinetica, lo scontro tra l’Occidente e la Russia si è protratto per anni sul piano mediatico, culturale e psicologico. Sul fronte psyop, l’azione di disinformation war e l’impatto del memetic warfare russo spesso portata avanti da influencer più o meno consapevoli, ha indebolito l’Europa e gli Stati Uniti diminuendo la fiducia nella politica, aumentando la polarizzazione sociale e inceppando i processi decisionali tramite l’inasprimento di conflitti interni già latenti.