#ReaCT2021 – Introduzione del Direttore: i terrorismi all’epoca del Covid-19
In qualità di Direttore esecutivo dell’Osservatorio ReaCT, ho l’onore di presentare #ReaCT2021, il 2° Rapporto sul Radicalismo e il Contrasto al Terrorismo.
Il rapporto, che offre una sintetica analisi sull’evoluzione delle ideologie radicali e della minaccia terroristica in linea con la direttiva dell’Unione Europea 2017/541 sul contrasto al terrorismo, si inserisce nel dibattito generale come utile contributo all’armonizzazione delle divergenze presenti tra gli Stati membri dell’UE in merito a ciò che debba essere riconosciuto e gestito come un “atto di terrorismo”.
L’Osservatorio ReaCT, prevalentemente concentrato sul fenomeno di matrice jihadista, non manca di studiare e analizzare le altre forme di terrorismo, di radicalizzazione ideologica e di devianza sociale violenta, così come le nuove “teorie cospirazioniste” che potrebbero sfociare in forme di violenta opposizione.
#ReaCT2021 raccoglie i contributi degli Autori che hanno sviluppato le loro valutazioni tenendo conto dei riflessi delle dinamiche sociali e conflittuali legate alla pandemia da Covid-19.
E proprio la pandemia sembrava aver messo il terrorismo in secondo piano quando, improvvisamente, l’ottobre del 2020 ha riproposto una minaccia che “sembrava” essere superata: tra i primi giorni di settembre e l’inizio di novembre si è dipanata una catena di eventi che ha evidenziato con chiarezza uno scenario drammatico e articolato. Sessanta giorni di paura che ci dicono che il terrorismo è ormai un fenomeno “normale” piuttosto che “eccezionale”, quale strumento del conflitto in corso e perdurante.
L’evoluzione del terrorismo jihadista europeo all’alba del 2021
Nel 2019 Europol ha registrato 119 tra attacchi di successo, sventati o fallimentari: di questi 56 sono attribuiti a gruppi etno-nazionalisti e separatisti, 26 a gruppi di estrema sinistra radicale e anarco-insurrezionalisti, 6 a gruppi di estrema destra; 24 sono quelli di natura jihadista, di cui 3 di successo e 4 fallimentari. Il database START InSight ha identificato invece 19 azioni terroristiche e azioni di violenza di matrice jihadista portate a termine nello stesso anno (contro le 7 di Europol), mentre il 2020 si è chiuso con 25 eventi.
Nel 2019 tutte le vittime di terrorismo in Europa sono il risultato di attacchi jihadisti: secondo i dati di Europol sarebbero 10 i morti e 26 i feriti (1 ferito in seguito a un attacco attribuito a gruppi di estrema destra). START InSight rivela un numero superiore di feriti, che sono 48, prevalentemente vittime di attacchi secondari ed emulativi. Nel 2020 vi è stato un significativo aumento di morti rispetto all’anno precedente: 16 persone uccise e 55 ferite.
L’onda lunga del terrorismo associato al fenomeno “Stato islamico”, ha fatto registrare 146 azioni dal 2014 al 2020: 188 i terroristi che vi hanno preso parte (59 morti in azione), 406 le vittime decedute e 2.421 i feriti (START InSight). Nel 2020 sono aumentati i terroristi recidivi: quasi tre terroristi su dieci. Così come sono aumentati i terroristi già noti all’intelligence (54% del totale nel 2020) e quelli con precedenti penali.
È stato verificato, inoltre, l’aumento del rischio potenziale di terrorismo con l’aumento dei migranti irregolari. Nel 2020 il 20% dei terroristi sono immigrati irregolari. In Francia è aumentato il ruolo degli irregolari nella condotta di azioni terroristiche: se fino al 2017 nessuno degli attacchi era stato condotto da immigrati irregolari, nel 2020 il 40% dei terroristi è un irregolare.
La propaganda terroristica online dello Stato Islamico e di al-Qa’ida durante l’emergenza Covid-19.
Le molteplici attività di propaganda svolte durante l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, e soprattutto gli attentati di Parigi, Nizza e Vienna, hanno ricordato quanto il terrorismo associato allo Stato islamico e ad al-Qa’ida sia attivo anzitutto attraverso Internet. In particolare, lo Stato Islamico ha confermato una narrazione aggressiva, identificando il Coronavirus come un “soldato di Allah”. Un alleato capace di offrire un’opportunità per colpire gli infedeli, in particolar modo i militari e le Forze di polizia a supporto dell’emergenza sanitaria.
Il concetto e l’importanza della prevenzione e del contrasto
Prevenzione e contrasto all’estremismo violento (PVE/CVE) sono oggi una parte integrante dell’architettura globale anti-terrorismo, ma per essere efficaci e avere una continuità, è necessario un dialogo costante fra ricercatori, operatori sul territorio, forze dell’ordine e legislatori che includa anche una discussione su priorità e aspettative. Misurare i risultati di queste attività rimane un esercizio complesso ma numerosi think tank europei si stanno occupando dell’argomento.
Il contrasto alla radicalizzazione e al terrorismo attraverso il diritto penale
Per sua stessa natura, il diritto penale antiterrorismo non incide sulle cause della radicalizzazione e del terrorismo. Il ricorso a un diritto penale onnicomprensivo e sproporzionato può anzi produrre effetti collaterali criminogeni. Inoltre, le modalità di esecuzione della pena carceraria prevalenti avrebbero dimostrato la loro inadeguatezza, evidenziando come la radicalizzazione debba essere affrontata come un processo reversibile.
La minaccia terroristica nel Regno Unito: è sempre più difficile identificare, definire, arrestare e condannare
Un esempio di difficoltà nel coordinamento tra attività investigativa, giudiziaria e preventiva è il caso britannico. La complessità della minaccia terroristica con cui si confronta la Gran Bretagna è stata recentemente messa in evidenza da alcuni casi giudiziari che hanno reso vani gli sforzi delle forze di sicurezza e intelligence. Gli eventi terroristici più recenti sono totalmente scollegati dai network terroristici, pianificano azioni talmente casuali e gli strumenti utilizzati dal terrorismo sono così banali che è diventato quasi impossibile riuscire a proteggersi totalmente dalla minaccia. Ciò sta producendo una nuova generazione di radicalizzati che le autorità hanno difficoltà a identificare, definire, arrestare e condannare.
Uno sguardo alle porte dell’Europa: i Balcani
L’attacco terroristico a Vienna, del 2 novembre 2020, ha riportato l’attenzione sulla presenza dello Stato islamico in Europa e i possibili legami nei Balcani, dove sono da tempo presenti soggetti jihadisti, tanto da poter guardare all’area come a un potenziale hub logistico per il jihadismo europeo.
Il Kosovo, piccola nazione dei Balcani occidentali, è uno dei paesi dell’area ad aver fornito il maggior numero di foreign fighter allo Stato islamico. Il Kosovo, nell’aprile del 2019, ha rimpatriato dalla Siria 110 connazionali, divenendo uno dei pochi paesi ad aver rimpatriato propri cittadini ex membri dello Stato Islamico ma lasciando aperta la questione del reinserimento degli ex combattenti terroristi.
Gli altri terrorismi: estrema destra, sinistra radicale e il nuovo fenomeno QAnon ai tempi della pandemia
La pandemia da Covid-19 ha avuto effetti rilevanti anche sulle strategie e le metodologie relazionali e comunicative tipiche sia degli ambienti di estrema destra ed estrema sinistra.
L’estremismo violento di destra si sta evolvendo verso una dimensione transnazionale, mentre sviluppa una preoccupante relazione simbiotica e una stretta interdipendenza con l’estremismo di matrice islamista. La relazione tra i due fenomeni, che si rafforzano vicendevolmente, rappresenta una nuova minaccia per la sicurezza Europea.
Una minaccia per la democrazia è rappresentata, inoltre, dal fenomeno emergente denominato QAnon: il movimento cospirazionista diffuso in più di 70 paesi che presenta un elevato rischio di radicalizzazione in Europa e che, per questo, necessita di un attento monitoraggio al fine di prevenire il rischio potenziale di azioni violente di stampo terroristico.
Grazie a tutti gli Autori che hanno contribuito alla realizzazione di #ReaCT2021. Un ringraziamento speciale va ai due co-editori che hanno contribuito alla realizzazione e alla pubblicazione di #ReaCT2021: Chiara Sulmoni, Presidente di START InSight, e Flavia Giacobbe, Direttore responsabile di Formiche e Airpress.
Claudio Bertolotti – Direttore esecutivo dell’Osservatorio ReaCT
INDICE DEL RAPPORTO
Anche senza Trump, il cospirazionismo di QAnon può diventare la nuova minaccia globale
di Andrea Molle
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I movimenti cospirazionisti rappresentano oggi un’emergenza sempre più paragonabile al terrorismo di matrice religiosa. Se in passato la preoccupazione degli addetti ai lavori era per il pericolo di diffusione di fake news (Altay et al., 2019), compresi gli effetti perversi sulle elezioni (Allcott e Gentzkow, 2017), oggi l’attenzione degli esperti è monopolizzata dal rischio sicurezza (Amarasingam e Argentino, 2020; Rottweiler e Gill, 2020; Schabes, 2020) e dalle voci insistenti che suggeriscono una penetrazione attiva del cospirazionismo nelle forze armate e nelle forze dell’ordine. Se la presunta infiltrazione fosse realmente pervasiva, alcuni osservatori temono per la futura tenuta delle società democratiche. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, tra questi movimenti in costante evoluzione spiacca quello di QAnon. Su queste stesse pagine abbiamo già messo in luce come QAnon agisce e quanto si è diffuso a partire dalla sua nascita nel 2016. Tuttavia, riteniamo che sia necessario approfondire alcuni concetti fondamentali per comprenderne meglio la natura.
Un movimento cospirazionista che è anche una setta religiosa
In primo luogo, va sottolineato come il fascino esercitato dal cospirazionismo e in particolare da QAnon su certi individui, e settori della società, possa essere direttamente paragonabile a quello di matrice politico-religiosa tipica della minaccia jihadista (Basit, 2020; Day e Kleinmann, 2017). L’impianto teorico di QAnon è infatti strutturato, ad arte, come una teologia sui generis e diventa per i suoi seguaci una vera e propria lente attraverso la quale interpretare la realtà proprio come accade nel caso della religione. Predomina inoltre un secondo elemento, tipico delle sette più violente (Juergensmeyer, 2018), e cioè una componente escatologica, apocalittica, che possiamo riassumere nell’idea per la quale il mondo starebbe vivendo le fasi finali di una guerra santa cosmica tra il bene e il male, rappresentati rispettivamente dai “QAnonisti” e dal deep state. Non sorprende che, secondo il movimento cospirazionista, la battaglia sarà vinta dalle “forze della luce”, il bene, ed è invece interessante notare l’assenza di un’idea definita di ciò che le seguirà. Ma ciò non desta che un interesse marginale tra i seguaci di Q, per i quali l’accento è piuttosto sul concetto di battaglia cosmica in sè che sulle sue conseguenze, a riprova di quanto sia forte la dimensione settaria di QAnon. Nemmeno il fallimento della profezia, in questo caso a seguito della sconfitta elettorare di Trump, può considerato come l’inizio della fine di QAnon. L’analisi di numerosi movimenti religiosi settari, o gruppi terroristici millenaristi, che hanno affrontano uno o più casi di “fallimento profetico” suggerisce infatti come esistanto meccanismi di salvaguardia, di razionalizzazione, che si attivano al fine di contenere il danno e fanno sì che i membri del gruppo si impegnino in atti di riaffermazione, spesso di natura ritualistica e in certi comportanto una escalation violenta (Cameron, 1999), per riaffermare la propria ideologia e permettere al gruppo di continuare a esistere (Dawson, 1999).
Un terzo e ultimo aspetto, da tenere sempre presente quando si affronta il tema del cospirazionismo assimilandolo alle esperienze religiose e in particolare a quelle violente, è la sua deriva totalizzante (Dawson, 2007). La presa del movimento sulle persone che lo abbracciano è così forte che finisce per renderle psicologicamente dipendenti, facendo anche sì che la loro capacità critica si indebolisca gradualmente fino a perdere cognizione della differenza tra realtà e fantasia (Lawton, 2020; Straus, 1986). In psicologia sociale questo effetto è noto come apofenia (Fyfe et al., 2008; Leman e Cinnirella, 2007), cioè il riconoscimento di patterns o connessioni logiche in dati casuali o addirittura privi di senso. Nel caso di QAnon si tratta di una forma eterodiretta di apofenia, resa possibile dalle modalità, pseudo-interattive, che il movimento usa per diffondersi (Papasavva, 2020).
Come avviene nel caso delle sette religiose, i nuovi affiliati a QAnon si inseriscono (o vengono appositamente inseriti) in una bolla sociale fatta di persone con opinioni sostanzialmente omogenee, creando così quella dinamica che in sociologia è definita come “incapsulamento sociale” (Greil e Rudy, 1984), ovvero l’isolamento del soggetto da influenze esterne che ne potrebbero compromettere la radicalizzazione. Pertanto, l’appartenenza al gruppo e la socializzazione alle teorie di QAnon diviene, progressivamente, un’esperienza altamente gratificante. L’aspetto totalizzante di questo processo rende inoltre molto difficile e pericoloso uscirne, tanto da richiedere agli aspiranti apostati un percorso di vera e propria disintossicazione. Negli Stati Uniti, per esempio, si stanno moltiplicando i casi di persone che si sono dedicate anima e corpo alla causa di QAnon fino a perdere il lavoro, ad alienarsi dagli amici o dalla famiglia, perdendosi completamente nella realtà alternativa del cospirazionismo. Ciò ha portato col tempo anche alla creazione di gruppi di ex-membri, come r/QAnonCasualties, che offrono supporto a chi vuole uscirne e che si battono per contrastare la diffusione di QAnon così come è avvenuto, e avviene, per altre sette religiose (Durocher, 1999).
Sembra un gioco, ma non lo è
Se l’intensità dell’incapsulamento sociale è paragonabile a quello di una setta, o addirittura di un’organizzazione terroristica religiosa, il tipo di controllo cognitivo – e cioè il livello di ortodossia richiesto agli aderenti – è qualitativemanete differente. Diversamente da altri gruppi cospirazionisti, o apertamente terroristi più tradizionali, nei quali il paradigma teorico è estremamente rigido e si richiede di esercitare un controllo cognitivo più stringente sui nuovi membri (Levy, 2007; Harambam e Aupers, 2015), QAnon ha invece adottato una strategia differente (Zuckerman, 2019) sapendo sfruttare magistralmente i meccanismi di “ludicizzazione” e “customizzazione” tipici di alcuni videogiochi ARG (Alternate Reality Games) open world. Ciò ne ha consentito l’espansione su internet all’interno di bolle comunicative fluide e interattive, facilmente adattabili alle esigenze individuali dei suoi membri che si sentono dunque liberi di esplorare ciò che più gli aggrada, ma sostanzialmente impermeabili a confutazioni esterne. Se la diffusione di QAnon avviene principalmente grazie ai social network (Al-Rawi, 2020; Beach et al., 2012), ciò non vuol dire che il movimento non abbia avuto gravi ricadute nella vita reale, contribuendo anche a ispirare azioni violente, che ne hanno irrimediabilmente aumentato il fascino, proprio come avviene nel caso dei gruppi LARP (live action role-playing game). Per questo, in genere, QAnon ha successo con le persone che vedono nella rete internet il mezzo principale per l’acquisizione di informazioni e interazione sociale, ma che conducono uno stile di vita sostanzialmente estroverso e comunitario.
È necessario tuttavia precisare che se è vero che, come suggerito nella letteratura specialistica (Uscinski, 2018; Uscinski, 2013), caratteristiche sociali quali una minore cultura, una tendenza al pensiero irrazionale, visioni politiche estremiste di destra, l’estremismo religioso cristiano, la giovane età o l’instabilità economica rendono le persone mediamente più attratte da QAnon, nessuno di questi tratti permette di definire un profilo ideale di reclutamento. Come avvenne negli anni ’80 in occasione del cosiddetto “Panico Satanico” (Victor, 1994), QAnon ha infatti presa anche su persone estremamente razionali, di ottima cultura e include anche progressisti e militanti di sinistra oltre che aderenti a varie religioni e anche atei. Ciò avviene, ricordiamo, perché QAnon permette di avvicinarvisi percorrendo strade diverse nelle quali ci si può trovare a partecipare in varie modalità, privilegiando alcuni aspetti o teorie e tralasciandone altre, a seconda di come si decide di avvicinarsi alla codifica degli “indizi” e alla risoluzione dei “puzzle” proposti da Q (Chandler, 2020). Allo stesso modo si può essere coinvolti nel movimento in modo pacifico, come semplici diffusori di informazioni, come “ricercatori” oppure, nei casi più gravi, come “miliziani” e finire per farsi coinvolgere in atti criminali e violenti. Va aggiunto, tuttavia, che una volta che si partecipa attivamente al “gioco”, gli effetti socio-psicologici, che sono ben documentati in letteratura (McAdam, 1986), dell’attività di gruppo prendono il sopravvento e si passa, a livello individuale, a una maggiore conformità alle aspettative del gruppo e, a livello collettivo, a una maggiore tolleranza nei confronti di azioni rischiose e addirittura di tipo terroristico.
Il cospirazionismo non è pertanto un fenomeno che riguarda esclusivamente alcuni settori demografici (Miller e Saunders, 2016). Guardano al caso americano, ad esempio, si è visto come tra i partecipanti all’assalto al Campidoglio, avvenuto il 6 Gennaio 2021, figurassero disoccupati quanto affermati professionisti, donne e uomini, giovani e anziani e anche come, paradossalmente, ebrei sionisti ortodossi e cristiani evangelici neonazisti non abbiano esitato ad unirsi in protesta. I fatti di Washington hanno dimostrato senza ombra di dubbio la pericolosità di QAnon come fenomeno collettivo, ma è almeno dal 2019 che l’FBI e diverse agenzie internazionali di intelligence ne seguono le attività, spesso criminali. In aggiunta agli attacchi perpretati e alla loro sporadica attività criminale, i seguaci americani di QAnon mostrano indiscriminatamente un allarmante e crescente livello di iper-aggressività, anche nel corso di normali interazioni con persone che non la pensano come loro ma che non sono considerati dei nemici (de Zeeuw, 2020).
Possibili conseguenze per il sistema politico europeo
In Europa, l’unico esempio simile a quanto sta avvenendo in America è la strage di Hanau in Germania (Baele et al., 2020a; Ibidem, 2020b), dove il 19 febbraio 2020 un estremista di estrema destra vicino a diverse teorie cospirazioniste, tra le quali QAnon, ha ucciso 10 persone e ne ha ferite altre 5 in un attacco suicida. Non è ancora chiaro invece il coinvolgimento dei suoi seguaci in attività criminali o terroristiche sul modello di quanto registrato dall’FBI. Ciò dipende certamente da diversi fattori culturali e legali oltre che, ovviamente, dall’accesso limitato ad armamenti personali, ma anche dall’assenza di una massa critica di individui tali da consentire a QAnon di compiere il “salto di qualità”. Con meno di un terzo di affiliati rispetto all’America, la diffusione di QAnon nel continente europeo è infatti ancora abbastanza marginale. Anche se numericamente circoscritti, i gruppi e i singoli account che fanno capo a QAnon sono però ormai ben radicati sui maggiori social media e nella vita politica del continente. Ad esempio, l’analisi della presenza online di QAnon nel 2020 mostra che la sua attività in Italia è una frazione paragonata a quella americana e quantitativamente anche più modesta rispetto ad altri paesi europei quali Germania e Regno Unito, dove comunque il movimento non supera i 200.000 seguaci. Pur non esistendo ancora analisi sistematiche, si contano circa 30.000 seguaci stabili di QAnon anche nella penisola, ma si tratta purtroppo di un fenomeno in crescita, anche grazie anche alla pandemia di COVID-19, e sempre più aggressivo.
Anche rispetto ai contenuti diffusi il QAnon europeo non è ha ancora raggiunto la complessità dimostrata negli Stati Uniti. Per adesso la bolla Europea di QAnon si occupa sostanzialmente di tre temi: le elezioni presidenziali americane, la pandemia di COVID-19 e la lotta contro l’Unione Europea, in tutti i casi considerandoli aspetti dello stesso complotto internazionale ordito dalla cabala satanico-pedofila del deep state. L’uso politico di QAnon è comunque molto preoccupante. Negli USA, dove ormai QAnon opera di concerto con altri gruppi del suprematismo bianco come Boogalo Bois, Oath Keepers, Guardians of the Republic, 3%rs, Krakens e Proud Boys, la penetrazione del cospirazionismo in politica è purtroppo oramai data per scontata. Il cosiddetto “caucus cospirazionista” è oggi un elemento fondamentale di quello che possiamo chiamare il Trumpverse, e cioè una nuova realtà della politica caratterizzata dalla normalizzazione di gruppi ideologicamente estremisti e dall’assenza di riferimenti logici e fattuali (Partin e Marwick, 2020). Non dimentichiamo che, con l’appoggio esplicito ricevuto in passato da Donald Trump, QAnon è riuscito a far eleggere due suoi rappresentanti nel Congresso americano e molti più occupano posizioni chiave a livello locale (Margulies, 2020).
Nonostante esistanto diversi studi in proposito, è invece difficile indicare una data precisa nella quale QAnon, e in generale il cospirazionismo militante, ha iniziato a penetrare nella società (Plenta, 2020; Juhász e Szicherle, 2017) e soprattutto nell’agenda politica dei paesi europei. Il primo passo è stato quasi certamente l’uso politico inconsapevole di alcuni temi cari al cospirazionismo, come ad esempio le scie chimiche, i vaccini, i microchip sottocutanei, e la finanza internazionale. Tuttavia, se nella base elettoriale di quasi tutti i partiti troviamo ormai persone vicine al cospirazionismo e qualche sporadico esponente che ne abbraccia alcuni elementi a titolo personale, in generale i soggetti politici istituzionali europei hanno più volte preso ufficialmente le distanze da questo mondo. Per il momento dunque nessun movimento politico sembra essere infiltrato da QAnon come è invece avvenuto in USA, anche se isolati capi di governo dichiaratamente populisti come ad esempio Orban, il premier ungherese, sembrano propendere per un avvicinamento al cospirazionismo in chiave internazionale (Antonio, 2019).
L’interesse per il populismo e i movimenti sovranisti
È comunque evidente nell’analisi della presenza mediatica dei seguaci di QAnon un crescente interesse del movimento verso gli estremismi politici e in particolare verso la destra sovranista. Si tratta di un trend che desta serie preoccupazioni tra gli analisti (Bodner et al., 2020; Bergmann, 2018; Castanho Silva, 2017; Oliver e Rahn, 2016). Tra la posizioni politiche che hanno suscitato più interesse troviamo, in primo luogo, la vicinanza, se non il vero e proprio “tifo”, a Donald Trump espresse più volte da diversi partiti sovranisti. A questo si è aggiunge la posizione di netta di avversità all’Unione Europea e, infine, le varie posizioni negazioniste espresse relativamente all pandemia di coronavirus e il giudizio negativo sui provvedimenti di contenimento intrapresi dai governi in carica e riscritte in chiave di una presunta “dittatura sanitaria” globale. Infine, il vero e proprio cedere a tentazioni cospirazioniste, come ad esempio alla narrazione del cosiddetto Piano Kalergi o l’aperta ostilità nei confronti del finanziere internazionale di origine ebraica Soros, considerato nel mondo cospirazionista come una figura demoniaca. Così come avvenuto in un primo momento nell’America di Trump, anche i leader politici europei dei movimenti estremisti non sembrano esitare ad attingere a questi temi facendo leva sull’irrazionalità più estrema, in quanto politicamente utile ed estremamente fruttuosa dal punto di vista elettorale. L’elevata utilità marginale del cospirazionismo sta finendo per avvicinarne le posizioni politiche a quelle di QAnon, non solo attirandone l’attenzione dal punto di vista elettorale, ma aprendo la strada ai suoi membri per conquistare posizioni di potere all’interno del sistema partitico continentale in modo non dissimile da quanto accaduto nel caso del Partito Repubblicano Americano.
Dal canto suo la comunità americana dei followers di Q ha dimostrato un forte interesse per una penetrazione più attiva nella società europea, come recentemente segnalato con l’aumento del coinvolgimento dell’Europa nella propria narrazione cospirazionista. L’ultima presunta novità sulla millantata frode elettorale, e cioè il coinvolgimento diretto dell’Italia, ne è un esempio palese. Da qualche settimana circola infatti la voce che il software usato per truccare le elezioni sarebbe opera di aziende italiane, realizzato dietro richiesta diretta, tramite la CIA e l’Ambasciata Americana a Roma, di Barack Obama al ex-premier Matteo Renzi. Oggi si legge, nelle parole di uno dei più fedeli sostenitori di Trump, l’imprenditore Mike Lindell, che a tirare le fila dell’operazione ci sarebbe addirittura il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, segnalando convinzione di una sostanziale continuità di appoggio della politica italiana al progetto del deep state. Non sappiamo se questa teoria abbia avuto origine in Italia o in America, ma come sempre va notato che QAnon mescola fatti reali, come l’arresto di un dipendente di Leonardo per presunta compravendita di informazioni riservate, con supposizioni e fantasie vere e proprie.
Conclusioni
In conclusione, QAnon rappresenta un pericolo crescente per l’Europa. I seguaci di Q non sono pericolosi solo a causa del loro progetto eversivo, ma soprattutto lo sono per la facilità con cui si moltiplicano, radicalizzano, e per le modalità totalizzanti e potenzialmente violente con cui perseguono i loro obiettivi. Rifiutando la fattualità distruggono ogni terreno comune di discussione erodendo la base stessa del confronto razionale, rendendo estremamente difficile attuare politiche di mitigazione e anti-radicalizzazione. Inoltre, essendo sostanzialmente zeloti privi di dubbi, perché tutto diventa giustificabile grazie alla cripticità dei messaggi di Q, dimostrano uno spiccato livello di coesione e perseguimento degli obbiettivi preposti paragonabile a quello di movimenti terroristici di matrice religiosa. Infine, potenzialmente, non sembrano porsi limiti nella lotta, anche violenta, verso coloro che percepiscono come avversari all’interno della cornice di una battaglia tra bene e male. In virtù di queste sue caratteristiche è dunque necessario trattare QAnon come un movimento terrorista di matrice religiosa radicale che è sempre più chiaramente una minaccia per la democrazia.
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Il movimento terrorista QAnon: la sua evoluzione dal Pizzagate all’attacco al Campidoglio
di Andrea Molle
Il 6 Gennaio 2021 verrà ricordato dalla storia come il giorno in cui il Congresso americano è stato assediato da un gruppo di sostenitori del Presidente incapaci di ammetterne la sconfitta elettorale. Nel giorno che avrebbe dovuto semplicemente ufficializzare la vittoria elettorale di Joe Biden, il Campidoglio è stato invaso da decine di manifestanti la cui intenzione era quella di trovare e distruggere i voti espressi dai grandi elettori, nel vano tentativo di impedire la sconfitta di Donald Trump. Dal canto suo il Presidente uscente, venendo meno ai suoi doveri costituzionali, senza condannare fermamente le violenze che, come si sarebbe poi saputo al termine degli eventi, hanno anche provocato 4 vittime tra i manifestanti, si è limitato a chiedere agli stessi di tornare alle proprie abitazioni, ribadendo ancora una volta che la sua sconfitta è solo frutto di brogli elettorali. In quella che gli analisti già indicano come la più pericolosa crisi costituzionale dai tempi della Guerra Civile, tra i manifestanti spiccano i seguaci del movimento QAnon capeggiati da Jake Angeli, una figura ormai nota alle autorità e agli studiosi delle Teorie complottiste.
Cos’è QAnon e perché rappresenta un pericolo per la democrazia?
Il brand QAnon raccoglie al suo interno i seguaci delle rivelazioni cospiratorie di un anonimo (in gergo “Anon”) utente internet, in realtà uno pseudonimo collettivo, denominato Q. QAnon è un fenomeno di origine americana diffuso oggi, anche grazie alla pandemia di COVID-19, in più di 70 paesi del mondo e che presenta un elevato rischio di radicalizzazione. L’origine di QAnon è recente, sebbene il cospirazionismo sia tipico della società americana già a partire dalla Guerra Fredda. La necessità di monitorare attentamente questo movimento deriva prima di tutto dal fatto che sia per i suoi contenuti che per le sue recenti attività, inclusi i fatti di Washington DC, QAnon pone un serio problema di radicalizzazione e ordine pubblico.
Quando e come nasce QAnon?
L’origine di QAnon è relativamente recente, sebbene il tessuto cospirazionista su cui si sviluppa è una costante della politica americana almeno a partire dalla Guerra Fredda. Ufficialmente, QAnon nasce tra il 2016 e il 2017 a seguito delle elezioni presidenziali americane che videro il candidato repubblicano Donald J. Trump, già identificato come una figura messianica dai diversi gruppi cospirazionisti, prevalere sulla candidata democratica Hillary Clinton. Con l’elezione di Trump, i gruppi che ne avevano supportato la campagna elettorale si sono strutturati come una vera e propria base elettorale del Presidente, indipendente e spesso in contrapposizione con la tradizionale base del Partito Repubblicano, e cui Trump ha fatto costante riferimento per le sue battaglie politiche. Spesso censurati dai media mainstream, questi movimenti hanno finito per raccogliersi sotto l’etichetta di QAnon, creando la massa critica necessaria a strutturare un vero e proprio network dotato di sistema parallelo di social media, come ad esempio le note piattaforme 4chan, 8chan, gab.com, Parlor e Telegram, tramite il quale diffondere le proprie teorie e reclutare nuovi membri. Il brand di QAnon è divenuto così una sorta di franchise che raccoglie oggi tutti quegli individui, e gruppi, che fanno riferimento alle rivelazioni di Q, ma non consiste in una vera e propria organizzazione gerarchica.
Chi è Q e in cosa credono i seguaci di QAnon?
Inizialmente, Q si presentò come un esponente governativo intenzionato a rivelare la verità sul deep state, i “poteri forti”, tramite indizi la cui interpretazione veniva lasciata ai lettori. Questa presunta cabala, formata da politici, imprenditori e attori dediti a rapimenti, sacrifici umani e culti satanici avrebbe l’obiettivo di raggiungere l’immortalità e asservire le masse dopo il grande reset causato dalla pandemia. Dato che il deep state era combattuto solo da Trump, aiutato dai leader sovranisti alleati, la sua mancata rielezione viene oggi letta dai seguaci di Q sia come una sconfitta del loro leader che come la prova dell’esistenza stessa della cospirazione. Per questo motivo i seguaci di QAnon sono oggi attivi sostenitori della teoria dei brogli elettorali e, come si è visto, non esitano a intraprendere ritorsioni violente.
Come vengono costruiti i contenuti di QAnon?
In aggiunta al suddetto core belief di QAnon, ciascun utente o “gruppo di ricerca della verità” può aggiungere o modificare contenuti e adattare il messaggio alle proprie esigenze, come si evince dallo schema successivo.
Sulla base delle evidenze empiriche raccolte negli ultimi due anni, la comunità scientifica che studia le teorie del complotto e della cultura partecipativa vede QAnon in continuità con il fenomeno New Age. Per questo motivo QAnon è considerato dagli studiosi come una novità nel mondo cospirazionista e un vero e proprio fai-da-te, un open-world, cospiratorio. Gli stessi analisti considerano come molto elevato il rischio di una radicalizzazione di massa, soprattutto tra le fasce giovani e meno istruite della popolazione. Ciò è dovuto al carattere interattivo, molto appagante, dei sui contenuti cospiratori e ai continui riferimenti alla letteratura di genere fanta-politico che rendono l’esperienza di fruizione di contenuti estremamente avvincente.
Come si diffonde e come opera QAnon?
Sebbene esso sia nato come un fenomeno assolutamente marginale, proprio grazie alla sua flessibilità, esso ha poi preso velocemente piede sui social media. Ad esempio su YouTube, dove creatori di contenuti conservatori come TRU Reporting o SGT Report channel hanno iniziato a produrre decine di video ispirati dagli indizi di Q, ottenendo immediatamente centinaia di migliaia di visualizzazioni. Pochi mesi dopo l’arrivo sulla scena di Q il movimento contava già su una vasta rete di canali YouTube, podcast e libri dedicati al deep state, oltre agli immancabili gadgets a tema come bandiere o magliette che hanno finito per diventare di moda anche tra i non affiliati. Slogan e simboli di QAnon, ad esempio l’hashtag #WWG1WGA (“Where We Go One We Go All”), hanno iniziato a popolare l’ecosistema dei social media e dei movimenti conservatori e hanno fatto capolino nella vita quotidiana e nelle manifestazioni sia di supporto al presidente Trump che più in generale di opposizione al mondo liberal. Allo stesso tempo il fenomeno QAnon ha iniziato a manifestare il suo lato più estremo e radicale, approfittando dell’avvenuta auto-radicalizzazione di certi sui seguaci. Già a partire dal 2017, con il celebre Pizza Gate che vide un uomo armato fare irruzione nel Comet Ping Pong Pizzeria a Washington, DC sostenendo di essere in missione per liberare i bambini tenuti in ostaggio nel seminterrato, diversi affiliati a QAnon sono stati implicati in fatti di cronaca nera. Si stima che a maggio 2020 ben undici omicidi, due assalti a mano armata, due casi di rapimento e due attentati incendiari ai danni di un centro per la pianificazione familiare, che offre interruzioni di gravidanza, e di una moschea siano attribuibili ad esponenti di QAnon. Il crescente numero di questi casi è risultato nella designazione di QAnon come un’organizzazione estremista e oggi anche potenziale minaccia terroristica interna da parte dell’FBI, la prima teoria della cospirazione ad essere classificata come tale. La mancanza di un’organizzazione definita e strutturata, con mandanti identificabili, ha reso tuttavia molto difficile per le autorità americane perseguire gli affiliati QAnon. In molti casi si tratta infatti di individui che aderiscono semplicemente al suo messaggio e ne sfruttano l’ideologia, ma operano in modo autonomo, come ad esempio nel recente attentato di Nashville. In questo caso l’attentatore pare essere stato motivato dall’opposione alla tecnologia 5G e al vaccino contro il virus SARS-COV-2, entrambi da lui considerati come strumenti governativi di controllo delle masse. In altri, il movimento si presenta in modo più strutturato, come nel caso dell’assalto al Campidoglio.
Quanto è realmente diffuso QAnon nel mondo?
Venendo alla sua diffusione, QAnon è presente in più di 70 paesi con interventi che vanno dall’attività di individui direttamente affiliati a reposter occasionali. La diffusione di QAnon è stata poi certamente aiutata dalla recente pandemia di COVID-19 e dalla costante diminuzione della fiducia nelle istituzioni. Se goggletrend rileva un interesse altalenante per il movimento, il numero di Tweet correlati al QAnon è infatti passato dai quasi 5 milioni nel 2017 a oltre 12 milioni nel 2020. Quanto al numero di effettivi seguaci, in America QAnon ha oggi superato il milione e mezzo mentre in Europa si stima intorno ai 500.000 affiliati.
Se Donald Trump rimane una figura chiave della narrazione cospirazionista e il movimento è per la maggior parte incentrato su temi politici americani, stiamo recentemente assistendo a un boom di QAnon anche in Europa, dove il movimento conta seguaci presenti su diversi social media. NewsGuard, un’organizzazione internazionale che valuta l’affidabilità dei siti di informazione, ha recentemente pubblicato un rapporto estremamente dettagliato sul fenomeno QAnon in Europa. In Francia, paese dove il movimento è presente da diverso tempo, sebbene ancora in modo limitato, QAnon è penetrato grazie al movimento dei “Gilet Gialli” ed è oggi in costante crescita grazie al movimento No-Vax. Nel Regno Unito, QAnon ha raccolto i primi consensi durante la campagna per la Brexit. Senza menzionare apertamente il movimento, gruppi come Citizens Unite UK #wakeup utilizzano le idee di QAnon in modo indiretto, con continui riferimenti all’élite globale e alla necessità per i cittadini britannici di impegnarsi a combattere gli attacchi ai loro diritti perpetrati dal Governo. In Germania, la seconda nazione per diffusione dopo gli Stati Uniti, QAnon ha fatto breccia tramite i movimenti di estrema destra e il sentimento anti-Merkel che sono cresciuti esponenzialmente durante il lockdown. Anche certi movimenti di sinistra, in particolare quelli legati alla galassia ecologista, sono sempre più attratti dalla sua retorica. Qui il numero di followers di account associati a QAnon è salito a più di 200.000, secondo la stima più recente della Fondazione Amadeu-Antonio che si occupa di monitorare l’estremismo di destra e l’antisemitismo in Germania. Il più grande canale QAnon in lingua tedesca su Telegram, Qlobal Change, ha quadruplicato i suoi followers nel 2020 raggiungendo l’impressionante numero di 123.000 e oltre 18 milioni di visualizzazioni per i suoi contenuti di YouTube. Nei Paesi Bassi, gli account dei social media che sono apertamente allienati con movimenti politici di estrema destra hanno similmente preso in prestito temi tipici del movimento americano. Ciò è avvenuto principalmente quando il paese è ricorso al lockdown a causa della pandemia di COVID-19. In Italia la reale dimensione di QAnon è ancora largamente sconosciuta ma, come nel caso Olandese, la propaganda di Q è penetrata indirettamente nell’arena politica soprattutto grazie alla propaganda della destra populista e sovranista che vi accede tramite i diversi movimenti identitari che lo sostengono apertamente.
Chi si avvicina a QAnon e come contrastarlo?
Come si è visto QAnon desta serie preoccupazioni tra gli analisti per la velocità, facilità e la pervasività con le quali si diffonde. Inoltre, esso ha già mostrato in America il potenziale per azioni violente di stampo terroristico. Si consiglia pertanto di iniziare a monitorare la presenza sui social media di QAnon in Italia e stabilire una rete di collaborazioni con istituzioni pubbliche e private che già si occupano di questo fenomeno in Europa come negli Stati Uniti. Si tratta evidentemente di un fenomeno complesso da monitorare e che è reso ancora più sfuggente dal fatto che sembra emergere come diversi movimenti sovranisti mainstream, quelli che da sempre orientano il voto della galassia identitaria e militante verso l’estrema destra, riprendono e amplificano i messaggi di QAnon e li usano per generare consenso nell’ambito del dibattito politico pubblico senza fare riferimento diretto al movimento americano. È dunque necessario analizzare la retorica e i temi cospirazionisti per raggiungere un livello di comprensione tale da rendere possibile il loro rilevamento in contesti non direttamente collegati a QAnon.
A questo si aggiunge la necessità di comprendere i path di reclutamento e i meccanismi di radicalizzazione. Mentre sembra essere sempre più probabile che i meccanismi di radicalizzazione siano molto simili a quelli dei movimenti estremisti di matrice religiosa con una forte presenza online, cioè autoradicalizzazione diffusa e presenza di radicalism entrepreneurs, il target cui essi si rivolgono non è ancora del tutto chiaro. Non si intravvede ancora un profilo di reclutamento ben definito e ogni fascia della popolazione sembra essere suscettibile al fascino di QAnon. Unica eccezione è l’affiliazione politica, che può in parte spiegare la fascinazione per le teorie di Q. Un recente sondaggio commissionato per Morning Consult, condotto tra il 6 e l’8 di ottobre su un campione di 1.000 adulti, rivela infatti che circa il 24% degli americani adulti ritiene che le affermazioni fatte dai sostenitori di Q siano molto o in parte accurate. Nello stesso sondaggio si osservano tuttavia numerose differenze tra democratici e repubblicani in merito alle opinioni sulle principali teorie di QAnon. Mentre solo il 18% dei votanti democratici ritiene che alcune di queste affermazioni siano in qualche modo accurate, circa il 38% dei sostenitori repubblicani le considera valide. Un altro sondaggio, commissionato per Daily Kos/Civiqs, che riporta i risultati delle interviste effettuate su circa 1.368 adulti condotte dal 29 agosto al 1 settembre 2020, conferma il dato precedente. Dai risultati si evince che circa un repubblicano su tre (33%) afferma di credere che la teoria di QAnon sull’esistenza di una cospirazione tra le élite del deep state sia “per lo più vera” mentre un altro 23% afferma che solo “alcune parti” di essa sono vere. Al contrario, solo il 4% dei democratici pensa che la teoria sia anche parzialmente vera mentre per il 72% del compione democratico non lo è affatto. La spiegazione di questa differenza è probabilmente dovuta al fatto che i politici repubblicani hanno solo sporadicamente rinnegato le affermazioni fatte dai sostenitori di QAnon, potenzialmente a causa del fatto che fanno affidamento su questo gruppo per il sostegno politico. Nel caso americano, ad esempio, oltre al supporto per Trump, uno degli esempi più eclatanti è la recente elezione al Congresso della georgiana Marjorie Taylor Green, che ha direttamente promosso e approvato i contenuti di QAnon nelle interviste e nei suoi canali social media. In Europa è già stato più volte evidenziato come i partiti di destra sovranista abbiano fatto propri contenuti tipici del movimento QAnon a partire dall’elezione di Donald Trump e dall’istituzione a Roma, ma con filiali nelle principali capitali europee, di una scuola politica e centro studi guidati da Steve Bannon, ex consigliere del presidente Donald Trump considerato dagli studiosi come il principale responsabile della normalizzazione del cospirazionismo. È tuttavia ancora difficile stabilire la direzione dell’effetto di correlazione e cioè se chi manifesta tendenze politiche di destra sia più facilmente influenzabile da QAnon, oppure se i seguaci del movimento, indipendentemente dalle loro posizioni politiche iniziali, diventino con il tempo più inclini a spostare il loro voto verso partiti di destra.
In futuro è probabile che il movimento richiederà lo stesso approccio oggi utilizzato nel caso dei movimenti estremisti di natura religiosa. Purtroppo però la mancanza di una struttura organizzativa definita, unitamente alla potenzialità di radicalizzazione di massa dovuta alla pervasività dei suoi network e alla mancanza di un profilo definito per i potenziali aderenti, al momento rende ancora estremamente difficile indicare linee guida e offrire raccomandazioni di policy puntuali.
Chi sono i seguaci di QAnon e perché vengono considerati un serio pericolo per la democrazia?
Chi sono i seguaci di QAnon e perché vengono considerati un serio pericolo per la democrazia?
di Andrea Molle
Secondo una recente indiscrezione del giornalista Marc Endeweld, il Presidente francese Emmanuel Macron sarebbe pericolosamente vicino al mondo delle teorie cospirazioniste. In particolare, sarebbe ossessionato dalla “Teoria della Sostituzione”, cioè l’esistenza di un piano per “eliminare” i popoli europei sostituendoli con immigrati africani. Anche Italia sono molti i cittadini che pensano che queste teorie abbiano fatto breccia nella politica mainstream. C’è ad esempio chi crede che Matteo Salvini sia un simpatizzante cospirazionista arrivando addirittura a creare dei gruppi di discussione online dedicati a scovare i segnali che, presumibilmente, il leader della Lega lancerebbe ai seguaci di QAnon, un movimento di origine americana che, anche grazie al lockdown, sta prendendo sempre più piede sia in Europa che in Italia.
Non esistono prove a conferma di queste ipotesi, ma si tratta di una situazione molto complessa. Diversi movimenti extraparlamentari, quelli che da sempre orientano il voto della galassia identitaria e militante verso l’estrema destra così come verso l’estrema sinistra, riprendono e amplificano i messaggi di QAnon e in generale del cospirazionismo. Accade dunque che per raccogliere consenso i partiti ufficiali rilancino, anche casualmente, quegli stessi temi e tormentoni nella loro propaganda, soprattutto sui social media. Spesso ciò avviene unicamente perché la retorica cospirazionista, fatta di nemici invisibili, “poteri forti” internazionali e spiegazioni semplicistiche, ha un grande successo mediatico. Tuttavia, nel farlo, i partiti si espongono al rischio di associarsi ad un movimento e una cultura politica estremamente pericolosi.
La retorica cospirazionista, fatta di nemici invisibili, poteri forti internazionali e spiegazioni semplicistiche, ha un grande successo mediatico. Accade che i partiti rilancino, anche casualmente, quegli stessi temi nella loro propaganda sui social media.
Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza su un fenomeno di cui si parla ancora poco, ma che presto potrebbe occupare le prime pagine dei quotidiani nazionali in Italia come altrove. Durante le elezioni presidenziali americane del 2016, il candidato repubblicano Donald J. Trump fu indicato come “il Prescelto” da diversi gruppi cospirazionisti che, da allora, hanno iniziato a seguirlo con crescente interesse fino a trasformalo nel loro Messia. A seguito della vittoria di Trump contro la candidata democratica Hillary Clinton, quelli stessi gruppi hanno acquisito sempre maggiore visibilità raccogliendosi sotto l’etichetta di QAnon, un movimento nato per riunire i sedicenti seguaci di un anonimo utente internet noto con il nome in codice “Q”. Dando avvio a una carriera di “gola profonda”, Q ha affermato di essere un esponente di alto livello dell’amministrazione Trump per poi iniziare a rivelare, progressivamente e tramite indizi che i suoi seguaci devono decifrare autonomamente, la supposta verità sull’esistenza del Deep State. I “poteri forti dello Stato Profondo”, come spesso viene tradotto dal pubblico italiano, sono una presunta cabala formata da politici, imprenditori e star cinematografiche rigorosamente di sinistra e dedite a rapimenti, sacrifici umani e culti satanici con l’obiettivo finale di raggiungere l’immortalità e asservire le masse mondiali. Una cupola degna delle migliori tradizioni pluto-giudaico-massoniche a cui Trump, aiutato da pochi leader mondiali suoi alleati, si opporrebbe strenuamente.
Le rivelazioni di Q: ciascun utente o gruppo può adattare il messaggio alle proprie esigenze e al proprio contesto. Per questo il movimento è considerato un open-world cospiratorio.
Insomma, almeno secondo QAnon, Trump sarebbe l’ultima speranza dell’umanità e di cui gli altri leader sovranisti sono gli alleati. Questo è ciò che gli analisti chiamano il core belief di QAnon, il nocciolo duro delle rivelazioni di Q, mentre in realtà ciascun utente o “gruppo di ricerca della verità” può integrarle con altri contenuti, modificandone o adattandone il messaggio alle proprie esigenze e al proprio contesto. Per questo il movimento è considerato dagli studiosi come un vero e proprio fai-da-te, un open-world, cospiratorio.
Sebbene questo gruppo cospirazionista sia nato come un fenomeno marginale e profondamente americano, grazie alla sua flessibilità ha poi preso velocemente piede su YouTube, dove creatori di contenuti conservatori come as esempio TRU Reporting o SGT Report channel hanno iniziato a produrre decine di video ispirati dagli indizi di Q ottenendo centinaia di migliaia di visualizzazioni. All’inizio del 2018 QAnon contava già su una vasta rete di canali YouTube, podcast e libri dedicati al Deep State, oltre agli immancabili gadgets a tema. Slogan e simboli di QAnon, come l’hashtag #WWG1WGA (“Where We Go One We Go All”), hanno iniziato a popolare l’ecosistema dei social media e dei movimenti conservatori e hanno fatto capolino nella vita quotidiana e nelle manifestazioni di supporto al presidente Trump. Allo stesso tempo QAnon ha mostrato il suo lato (ancora più) oscuro laddove diversi suoi seguaci sono stati implicati in molestie, atti di vandalismo, assalti a mano armata e perfino omicidi. Nel 2019 la breve ma intensa carriera del movimento è culminata nella designazione di QAnon come minaccia terroristica da parte dell’FBI; la prima teoria della cospirazione ad essere classificata tale.
Con quasi 1,5 milioni di seguaci, QAnon è stato certamente aiutato dalla recente pandemia e dalla conseguente diminuzione della fiducia nelle istituzioni. Il numero di Tweet correlati al QA è passato dai quasi 5 milioni nel 2017 a oltre 12 milioni nel 2020.
QAnon è stato aiutato dalla recente pandemia e dalla conseguente diminuzione della fiducia nelle istituzioni. In Europa il movimento conta più di 500.000 seguaci presenti su diversi social media.
Donald Trump rimane una figura chiave della narrazione cospirazionista e il movimento è per la maggior parte incentrato su temi cari all’America. Tuttavia stiamo assistendo a un boom di QAnon anche in Europa, dove il movimento conta ormai più di 500.000 seguaci presenti su diversi social media. In Germania, la seconda nazione per diffusione dopo gli Stati Uniti, QAnon ha fatto breccia tramite i movimenti di estrema destra e il sentimento anti-Merkel che sono cresciuti esponenzialmente durante il lockdown. Anche certi movimenti di sinistra, in particolare quelli legati alla galassia ecologista, sono però sempre più attratti dalla sua retorica. In Francia, dove il movimento è presente da più tempo sebbene in modo limitato, QAnon è penetrato grazie al movimento dei Gilet Gialli, mentre nel Regno Unito ha raccolto i primi consensi durante la campagna per la Brexit. In Italia la reale dimensione di QAnon è ancora largamente sconosciuta, ma la propaganda di Q è penetrata soprattutto nel messaggio della destra populista che vi accede tramite i diversi movimenti identitari che la sostengono apertamente e che ne hanno già abbracciato dichiaratamente la retorica.
Nel 2019 la breve ma intensa carriera del movimento è culminata nella designazione di QAnon come minaccia terroristica da parte dell’FBI; la prima teoria della cospirazione ad essere classificata tale.
I leader politici che utilizzano materiale di QAnon guadagnano migliaia di followers senza alcuno sforzo, semplicemente ripubblicando le “soffiate” di Q con un minimo di adattamento alla realtà italiana, come quando occhieggiano al movimento NO-MASK e NO-VAX, spesso in chiave cattolica, tipicamente contro la minoranza musulmana, o anche solo riallacciandole al concetto di “tradizione”, come nella presunta difesa alla famiglia tradizionale contro la cosiddetta “teoria Gender”, oppure relativamente allo “Scandalo di Bibbiano”. Ma se il guadagno è immediato, il vero costo può essere molto più elevato. Quando infatti un politico twitta “Mai fermarsi! Mai avere paura! Sempre avanti!”, o porge le sue congratulazioni per l’elezione di una deputata americana legata a QAnon, oppure quando sostiene l’esistenza di “poteri forti” ed élite “globaliste” è bene che sappia che si sta inconsciamente o meno portando sempre di più vicino alla retorica di un’organizzazione criminale che in America è considerata un covo di potenziali terroristi.
Immagine: “QAnon – Q Conspiracy – Deep State Trump” by mikemacmarketing is licensed under CC BY 2.0
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