Dual Use e Resilienza
IL PROGRAMMA DI GOVERNO
Le componenti civile e militare nel campo della difesa e della sicurezza sono oggi un’unica realtà. La Difesa verso una maggiore collaborazione pubblico-privato per la sicurezza nazionale.
di Claudio Bertolotti
per gentile concessione del sito www.claudiobertolotti.com
1o settembre 2018
Ad agosto avevo anticipato in un mio articolo la necessaria urgenza di procedere alla creazione di un Piano di Difesa Civile Nazionale, partendo da una riflessione sviluppata nel corso della redazione di un lavoro commissionato dal Centro Innovazione della Difesa nel 2017 e scritto a quattro mani con chi, di lì a qualche mese, avrebbe assunto l’incarico di ministro della Difesa:Elisabetta Trenta.
Oggi il Ministero della Difesa ha reso pubblico il proprio documento di integrazione concettuale delle linee programmatiche del dicastero su un tema tanto caro al Ministro Elisabetta Trenta che, forte della propria esperienza e convinzione personale, ha trasformato un’idea in un indirizzo politico attraverso la collaborazione e la cooperazione tra soggetti privati e pubblici, enti istituzionali, università e aziende: collaborazione che è oggi il prerequisito necessario alla realizzazione di grandi progetti di cui lo Stato non può più (e non deve) farsi carico in via esclusiva.
E’ il documento sul “Dual Use e la resilienza“ al quale chi scrive ha contribuito insieme ad Elisabetta Trenta, in particolare sullo sviluppo del concetto di vantaggio collettivo derivante dall’opportunità della collaborazione pubblico-privato e sull’analisi delle criticità e dei punti deboli della “resilienza collaborativa” e la “prontezza civile”.
Nello specifico il documento reso pubblico dal ministero si suddivide in cinque parti. Dopo una prima sezione introduttiva viene illustrata la necessità di adattamento dello strumento militare al cambiamento dell’ambiente operativo futuro, con particolare attenzione alla sempre più attuale “minaccia ibrida” e all’effetto delle implicazioni al cambiamento.
Segue la parte sul “5&5 strategico” – la combinazione tra la prospettiva strategica della NATO e delle caratteristiche strategiche fondamentali – e il vantaggio del progresso tecnologico, che pone l’attenzione sull’importanza del duplice uso sistemico, la capacità militare a duplice uso e le principali tecnologie emergenti a supporto del duplice uso sistemico.
Il capitolo cardine del documento è quello relativo al duplice uso sistemico a supporto della resilienza, all’interno del quale parte del mio contributo di pensiero.
Infine, le conclusioni con l’indicazione di alcune soluzioni concettuali che indicano come necessario lo sviluppo del processo di trasformazione dello strumento militare per la comprensione dell’ambiente operativo futuro e la coerente definizione delle priorità della trasformazione, dei gap di capacità e delle soluzioni percorribili.