L’espansione di Mosca in Libia: il ruolo dei contractor russi della Wagner
Articolo originale pubblicato su Osservatorio Strategico Ce.Mi.S.S. 6/2019
Gli interessi russi in Libia includono i vantaggi economici del “guns for oil”, i contratti governativi, il potere contrattuale nei confronti dell’Unione Europea, l’accesso ai porti nel Mediterraneo, il contrasto alla minacce del terrorismo islamico
La Russia guarda con estrema attenzione al futuro della Libia perché la considera strumentale al perseguimento dei propri interessi nazionali. Interessi che includono principalmente i vantaggi economici del cosiddetto commercio di “guns for oil” (armi in cambio di petrolio), i contratti governativi, il potere contrattuale nei confronti dell’Unione Europea, l’accesso ai porti nel Mediterraneo, il contrasto alla minacce del terrorismo islamico. Funzionari del governo russo hanno incontrato vari omologhi libici – a Tobrouk come a Tripoli – per creare le basi a garanzia degli obiettivi di Mosca, indipendentemente da chi vincerà lo scontro. Come riportato dal New York Times, la Russia avrebbe finanziato le forze del generale Kalifa Haftar con milioni di dollari e lo avrebbe supportato nella pianificazione operativa attraverso l’invio di consiglieri militari a Bengasi.
In tale quadro, la presenza di compagnie di sicurezza private di contractor russi è un elemento determinante in termini di aumento della capacità militare nel contesto della guerra civile in Libia: almeno 300 contractor privati russi (ma sarebbero in realtà circa 1.000), molti altamente addestrati e ben armati, starebbero oggi operando nel territorio controllato dall’esercito nazionale libico (LNA), nella Libia orientale e occidentale, a sostegno di Haftar, impegnato a contrastare ed abbattere il governo appoggiato dalle Nazioni Unite e guidato da Fayez al-Sarraj. Compagnie private di sicurezza che starebbero introducendo nuove tattiche e maggiore potenza di fuoco sul campo di battaglia, minacciando di prolungare il conflitto più violento del Nord Africa. Tale comparsa rappresenta un elemento che porta a una nuova escalation nella guerra per procura combattuta in Libia, a cui stanno contribuendo molti paesi europei e non – in particolare gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto e la Turchia – nonostante un embargo internazionale sulle armi.
L’arrivo di questi contractor avviene in un momento in cui la Russia sta espandendo la propria presenza militare e diplomatica in tutto il Medio Oriente, in Africa e oltre, godendo di una forte influenza in luoghi come la Siria, dove gli Stati Uniti, al contrario, si sono in parte disimpegnati. I contractor russi lavorerebbero per il gruppo Wagner, una compagna di sicurezza privata che alcuni esperti hanno collegato a Yevgeniy Prigozhin, stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin. Come riportato dal Washington Post, il Cremlino non ha confermato queste informazioni, mentre un portavoce di Prigozhin ha dichiarato di “non avere nulla a che fare con la cosiddetta società militare privata”. Il gruppo Wagner era già apparso in combattimento in Siria, nella Repubblica centrafricana, in Ucraina e in altri paesi considerati strategici per gli interessi geopolitici ed economici del Cremlino.
Come riportato dal New York Times, dopo quattro anni di supporto finanziario e militare a favore del generale Haftar, la Russia si starebbe impegnando sempre più per garantire una vittoria del fronte di Tobrouk, di cui Haftar è capo del LNA. Un aiuto diretto che si sarebbe concretizzato nella fornitura di aerei avanzati da combattimento Sukhoi, equipaggiamenti di artiglieria, supporto di fuoco, nonché la fornitura di tiratori scelti: la stessa strategia che ha fatto di Mosca un regista nella guerra civile siriana. Il recente spiegamento di compagnia private di contractor russi è solo uno degli elementi in comune tra la guerra in Libia e quella in Siria.
A livello tattico e operativo, la presenza di compagnie private di sicurezza avrebbe portato all’introduzione di nuove tattiche e all’aumento significativo della capacità militare del LNA; un’evoluzione che di fatto avrebbe aumentato il livello dello scontro tra le parti e che minaccerebbe il prolungamento di quello che è il conflitto più violento nel Nord Africa.
A livello strategico, la presenza di compagnie private di sicurezza rappresenta l’ultima escalation nella guerra per procura in Libia, in cui giocano un ruolo primario alcuni paesi arabi e non solo – in particolare gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita, l’Egitto e la Turchia – nonostante un embargo internazionale sulle armi. E l’arrivo di questi attori privati nel conflitto giunge nel momento in cui la Russia sta ampliando il proprio impegno militare e diplomatico in Medio Oriente e in Africa, godendo di un’accresciuta influenza in luoghi come la Siria dove gli Stati Uniti si starebbero disimpegnando. Qualunque sia il risultato che riuscirà ad ottenere, l’intervento russo ha di fatto dato a Mosca un potere di veto su qualsiasi risoluzione del conflitto.
Foto Twitter, TV Libica e Reuters