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Ucraina: la Russia mantiene il vantaggio tattico. Quali sviluppi?

Quadro sul campo di battaglia: quale la situazione? La Russia quanto e dove sta prevalendo? Quali i risultati della resistenza ucraina? Risponde Claudio Bertolotti ai microfoni di Radio InBlu

Aggiornamenti dal fronte russo-ucraino: ascolta l’intervista di Chiara Piacenti al direttore Claudio Bertolotti (Radio InBlu, puntata del 27 aprile 2022)

Come confermato dagli attacchi missilistici degli ultimi giorni, Le forze russe si sono concentrate nel tentativo di interrompere i rinforzi e la logistica ucraini. E allo stesso tempo hanno dimostrato la capacità di avere il predominio nell’uso dei bombardamenti di obiettivi con missili a lunga distanza.

Una capacità che si accompagna al vantaggio tattico che la Russia, nonostante le perdite registrate in oltre due mesi di guerra, continua a mantenere su tutti i fronti.

Come sintetizzato dall’Institute for the Study of War (ISW) e illustrato nelle recenti analisi tattiche e operative di START InSight

Lo sforzo principale delle forze russe si concentra nell’Ucraina orientale, insistendo su due assi principali Mariupol e Donetsk e Luhansk, per la conquista del Donbas, e mariupol per garantire la continuità territoriale dalla Crimea al Donbas. A questo sforzo principale si affiancano le tre azioni di sostegno:

  • la prima –  su Kharkiv e Izyum – finalizzata a ottenere l’accerchiamento delle forze ucraine;
  • la seconda, sull’Asse meridionale, con perno di manovra sull’area di Kherson, dove la Russia tiene le posizioni e sfrutta le vulnerabilità ucraine (che tentano di disturbare lo schieramento russo con azioni di contrattacco, limitate e non decisive;
  • la terza, su Sumy e Ucraina nord-orientale dove l’obiettivo russo consiste nel completare il disimpegno delle proprie truppe che saranno rischierate, senza riposo, sul fronte orientale

La resistenza delle forze ucraine, al contrario, è in grado di attuare azioni di contrasto e imporre parziali rallentamenti ai russi, ma manca della capacità di effettuare una vera controffensiva. Così come armata, equipaggiata e impiegata oggi l’Ucraina può solamente rallentare i russi, disturbarne la manovra. E non è un caso che si siano registrati recentemente possibili colpi di mano in Russia contro obiettivi militari e logistici.

È possibile per i russi arrivare fino a Odessa e Transnistria?

Al momento non è un obiettivo primario: tutt’al più gli attacchi e l’attivismo russo in queste aree possono essere funzionali a disorientare gli ucraini e a distrarne parte delle forze tenute pronte per la difesa di Odessa. In particolare, la Transnistria, è presidiata da poche truppe russe – tra 1200 e 1500 – delle quali non più di 400 con adeguata capacità operativa.

Tensione crescente Mosca-Londra

Il Regno Unito, insieme a Washington, è il paese che più si espone e si oppone in maniera decisa alla politica aggressiva della Russia: lo dimostrano le armi, gli istruttori britannici a favore di Kiev il supporto concreto di Londra.  I toni tra i due paesi si alzano progressivamente lasciando immaginare scenari peggiori di quelli attuali. Ma è bene evidenziare che di norma è la realpolitik a prevalere e nessuno dei due vuole un’escalation che apra ad un allargamento del conflitto. In quest’ottica va considerata come molto coerente la dialettica che si è imposta tra Londra e Mosca, fatta di provocazioni, accuse e minacce reciproche. Una dinamica che alzando assicella del conflitto potrebbe però sfuggire di mano.

Incontro Putin Guterres: risultati limitati

L’incontro non è stato anticipato da buoni auspici o da un sostegno trasversale. Al contrario l’Ucraina si è opposta all’incontro tra il segretario dell’Onu e il presidente Putin. I risultati non sono stati deludenti, ma coerenti con le aspettative. Si è parlato di gestione dei corridoi umanitari e dell’impegno a supporto degli sfollati: bene, questo è importante. Di più, davvero, l’Onu non poteva fare, sedendo, la Russia, al tavolo del consiglio di sicurezza delle nazioni Unite, e con diritto di veto.

Esistono reali possibilità di un accordo negoziale nel breve periodo?

Solo quando Putin lo riterrà opportuno: ora la Russia ha il vantaggio tattico, ha preso possesso di importanti obiettivi, ha consolidato un fronte estremamente ampio: da est a sud e sud-ovest. Le difficoltà, che pure sono oggettive, sono inferiori ai vantaggi nel proseguire la spinta offensiva nel Donbas. Ad oggi non vedo ragioni, da parte russa, per accettare un accordo negoziale che non conceda più di quanto già ottenuto sul campo di battaglia.




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