Understanding radicalisation, terrorism and de-radicalisation. Historical, socio-political and educational perspectives from Algeria, Azerbaijan and Italy (Recensione)
di Andrea Carteny, Elena Tosti Di Stefano
Negli ultimi decenni, i temi della radicalizzazione e del terrorismo sono saliti alla ribalta delle relazioni internazionali, divenendo oggetto di molteplici concettualizzazioni e prospettive di studio. Alla luce dei legami esistenti e plurimi tra fenomeni terroristici, ideologie radicali, tensioni e conflitti globali, regionali o locali, emerge con particolare evidenza la necessità di porre l’attenzione su aspetti ad essi collegati, segnatamente l’etnia, la religione, le composite eredità storiche, come anche il fattore migratorio. Tali considerazioni risultano ancor più rilevanti se alla dimensione di contrasto prevalentemente militare si affiancano – e talvolta vanno a sostituirsi – strategie di prevenzione, dissuasione e di integrazione, che coinvolgono lo spazio educativo, così come quello economico e di resilienza sociale.
È da questa premessa che muove il volume Understanding radicalisation, terrorism and de-radicalisation. Historical, socio-political and educational perspectives from Algeria, Azerbaijan and Italy, pubblicato nel 2021 all’interno della collana Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria, edita da Rubbettino. La collettanea ricomprende i risultati di un’intensa e proficua attività di ricerca biennale realizzata nell’ambito del progetto PRaNet – Prevention of Radicalisation Network (2019-2021).
Tale progetto ha dato corpo a un consorzio di università con capofila le Università di Bergamo e due istituti universitari di Paesi appartenenti all’Organizzazione della Conferenza Islamica, quali Algeria e Azerbaigian, con l’obiettivo di approfondire la conoscenza e la comprensione dei fenomeni legati alla radicalizzazione, nonché di sviluppare politiche di inclusione sociale e di de-radicalizzazione ai fini dell’integrazione. Le attività di questa rete internazionale si sono sviluppate all’interno del programma pluriennale “Strategia per la promozione all’estero della formazione superiore Italiana 2017/2020”, sostenuto congiuntamente dal MIUR e dal MAECI. Queste prevedono, oltre a progetti di ricerca, scambi di studenti, docenti, ricercatori e tirocinanti attraverso programmi di formazione ad hoc, quali il Master MaRTe presso l’Università di Bergamo in “Prevenzione e contrasto alla radicalizzazione, al terrorismo e per le politiche di integrazione e sicurezza internazionale”, così come attività professionalizzanti presso l’Université Mohamed Lamine Debaghine (Sétif 2) in Algeria e l’ADA University fi Baku in Azerbaigian.
Il volume si avvale della consolidata esperienza nel settore di Michele Brunelli, docente di Storia e istituzioni delle società islamiche presso l’Università di Bergamo e direttore del Master MaRTe, che ha coordinato progetti internazionali per la deradicalizzazione e la prevenzione dell’estremismo violento in Algeria, Azerbaigian e Burkina Faso, e curato, sempre nello scorso anno e per la medesima collana, il volume Prevenzione e contrasto al terrorismo di matrice confessionale e alla radicalizzazione.
La qualità scientifica del volume deriva non solo dall’affrontare, attraverso una serie di differenti prospettive, le principali categorie-chiave per la comprensione del terrorismo (definizione, causalità, conseguenze e risposta), ma anche dall’analizzare i fattori storico-culturali e socio-economici relativi ai fenomeni della radicalizzazione, del terrorismo, dell’anti-terrorismo e della de-radicalizzazione, a partire dalle esperienze maturate in differenti contesti confessionali: l’Italia, come società tradizionalmente cristiana; l’Algeria, Paese di cultura islamica sunnita; e l’Azerbaigian, contraddistinto un contesto religioso sciita, ma da una società tendenzialmente laica.
Come si evince dal titolo, le tre concettualizzazioni attorno a cui ruota lo studio sono quelle di radicalizzazione, terrorismo e de-radicalizzazione, che sono oggetto rispettivamente delle tre sezioni del volume.
La prima sezione esplora, tra teoria e pratica, dapprima l’articolato rapporto tra la radicalizzazione e la questione delle minoranze e dei cleavage identitari. L’analisi, in questa prospettiva, dell’area caucasica è ad opera di Lala Jumayeva, ricercatrice in Affari internazionali presso l’Università ADA di Baku ed esperta di conflict resolution. Segue il contributo di Naouel Abdellatif Mami, docente di scienze psicopedagogiche presso l’Université Sétif 2 ed esperta di IT nell’educazione e di AI nelle scienze umane, che affronta il tema dell’identità e della libertà di espressione come fattori di estremismo nel contesto algerino. Šeila Muhić, ricercatrice dell’Università di Bergamo e specializzata nel campo dei diritti umani, analizza il fenomeno migratorio in Italia come potenziale terreno fertile per la radicalizzazione. Un’ulteriore e variegata prospettiva è offerta dai contributi che compongono il secondo capitolo della sezione, dedicati al tema della radicalizzazione femminile, delle donne vittime o attrici del terrorismo. Anar Valiyev, anch’egli docente all’Università ADA ed esperto di storia e istituzioni nello spazio post-sovietico, illustra il caso dell’ISIS in relazione alle donne e ai bambini vittime della radicalizzazione in Azerbaigian, con riferimento particolare agli ambienti della minoranza salafita sunnita. A seguire, Naouel Abdellatif Mami opera una disamina della condizione delle donne nella storia algerina, concentrandosi sul “decennio nero” (1991-2002), ma anche sul ruolo di quest’ultime nell’elaborazione di approcci alla resilienza. L’ultimo studio del secondo capitolo, realizzato da Emilija Davidovic – esperta di diritti umani nello scenario post-jugoslavo – concerne il coinvolgimento delle donne nella violenza estremista in un contesto europeo (balcanico o occidentale). Il terzo capitolo offre poi un’ampia panoramica del fenomeno della radicalizzazione politico-religiosa dell’Azerbaigian post-sovietico, che colpisce in particolare le comunità religiose ed etniche minoritarie (sunnite e alloglotte).
Il volume prosegue affrontando, nella seconda sezione, il tema stesso del terrorismo e le sue molteplici e diverse concettualizzazioni. Ilas Touazi, ricercatore presso l’Università Sétif 2 ed esperto di terrorismo/anti-terrorismo, propone una prima analisi sulla minaccia jihadista in Algeria attraverso il fenomeno della transnazionalizzazione del terrorismo locale all’interno delle reti jihadiste regionali e internazionali. Il professor Michele Brunelli è autore del contributo sull’evoluzione dei crimini terroristici di matrice politico-ideologica, prima che di ispirazione politico-religiosa, nello scenario europeo e in particolare in Italia. Il volume continua con il contributo di Aydan Ismayilova, laureata al Master MaRTe dell’Università di Bergamo ed esperta di jihadismo, che approfondisce i fenomeni terroristici nell’area caucasica, ponendo l’attenzione sui movimenti terroristici armeni e sugli estremisti religiosi. Ulteriori spunti di riflessione e di analisi emergono nel quinto capitolo, che include contributi riguardanti le infrastrutture critiche quali principali obiettivi degli attacchi terroristici nelle tre aree geografiche considerate, servendosi di un approccio analitico alle potenziali minacce. Inara Yagubova (project manager presso l’ADA University di Baku) illustra le minacce terroristiche – e gli strumenti di protezione – in relazione alle infrastrutture energetiche in Azerbaigian, mentre Nabil Benmoussa (docente di economia presso l’Université Sétif 2), prende in esame le implicazioni economiche del terrorismo e delle relative politiche di contrasto nel caso algerino. Allo scenario europeo è dedicato il contributo di Fabio Indeo, analista della NATO Defense College Foundation ed esperto di geopolitica energetica dell’Asia centrale, il quale approfondisce le vulnerabilità e le strategie di protezione delle infrastrutture critiche europee, anche a fronte delle nuove fide poste dal cybercrime. A seguire, il Comandante Mario Leone Piccinni, Ufficiale della Guardia di Finanza ed esperto di criminalità informatica, esplora il complesso tema del finanziamento al terrorismo, delineando i sistemi di finanziamento locali e internazionali delle organizzazioni terroristiche.
La terza e ultima sezione riguarda le politiche e le strategie di deradicalizzazione. Al suo interno, il settimo capitolo illustra la risposta antiterroristica, con un iniziale contributo di Stefano Bonino, criminologo esperto di terrorismo e di crimine organizzato, che discute le strategie antiterroristiche algerine – dalle più repressive alle misure più versate sul dialogo. Per quanto riguarda gli altri due Paesi in oggetto, le attività di antiterrorismo e radicalismo nel contesto azerbaigiano sono esaminate da Anar Valiyev, mentre il caso italiano è analizzato da Stefano Bonino e Andrea Beccaro, quest’ultimo docente di Studi strategici e di Studi sulla guerra rispettivamente all’Università di Torino e all’Università Statale di Milano. Il capitolo successivo attribuisce un ruolo chiave all’educazione, alla prevenzione e alla risposta al terrorismo e al radicalismo, così come evidenziano Valiyev nel trattare il caso azerbaigiano e Benmoussa nell’illustrare le recenti riforme educative in Algeria, concepite come parte della risposta a tali fenomeni. Le iniziative di coinvolgimento della società civile vengono poi affrontate, a livello europeo, da Šeila Muhić. Il nono e ultimo capitolo chiude il volume con uno studio di Karim Regouli, ricercatore presso l’Université Sétif 2, riguardante il delicato e complesso processo di riconciliazione in Algeria dopo la decennale lacerazione dovuta al terrorismo.
Per l’ampiezza degli argomenti trattati, per la molteplicità delle prospettive e per l’originalità dei casi di studio comparati, il volume si configura come un contributo essenziale nel fornire chiavi di lettura finalizzate all’analisi e all’approfondimento dei fenomeni della radicalizzazione e del terrorismo, rappresentando, inoltre, un valido riferimento nel delineare politiche efficaci di contrasto a tali fenomeni. Nell’ambito degli studi più recenti, il volume si colloca fra i più rilevanti che indagano il legame tra radicalizzazione, estremismo e terrorismo e le relative politiche di contrasto, tra i quali conviene menzionare Communities and Counterterrorism (Routledge, 2019), a cura di Basia Spalek e Douglas Weeks, e Countering Violent Extremism. The international deradicalisation agenda (Bloomsbury Publishing, 2021) di Tahir Abbas, nonché importanti contributi come “Contrasto al terrorismo internazionale, con particolare riferimento al fenomeno dei foreign fighters” edito dalla SIOI nel 2019.
Understanding radicalisation, terrorism and de-radicalisation. Historical, socio-political and educational perspectives from Algeria, Azerbaijan and Italy appare dunque come un punto di riferimento per gli studiosi e gli esperti, come pure per le istituzioni impegnate in quest’ambito. Va sottolineato, ancora una volta, l’approccio multidisciplinare – storico, politico-istituzionale, economico, sociale, operativo e socio-educativo – che contribuisce a inserire le tematiche in oggetto in un framework più ampio e articolato. In tal senso, la scelta metodologica appare funzionale non solo nei riguardi del terrorismo confessionale, ma anche all’analisi del fenomeno terroristico nelle sue diverse espressioni storico-politiche.
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